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Lidia Panzeri
Leggi i suoi articoliLa mostra «Il Paradiso riconquistato. Trame d’oro e colore nella pittura di Michele Giambono», alle Gallerie dell’Accademia fino al 17 aprile, è incentrata sul pittore veneziano attivo tra il 1420 e il 1460, ultimo testimone del Gotico Internazionale in Veneto. Curata da Paola Marini, Matteo Ceriana e Valeria Poletto, prende le mosse dai quattro anni di restauro della Pala del Paradiso (1447-48) detta anche degli Ognissanti, irriconoscibile sotto la coltre di vernici ingiallite.
Un intervento di Vittorio Moschini alla metà del Novecento aveva ridato integrità alla parte superiore, scoprendo le gerarchie angeliche e gli ultimi due registri di santi e ora l’opera è tornata leggibile nella sua interezza, compreso l’ampio ricorso alla foglia d’oro.
Resta un interrogativo circa l’autografia: l’opera è stata iniziata da Giambono e poi completata da altri oppure è un lavoro imprenditoriale con ampio intervento di aiuti di bottega? A confronto è esposto il «Paradiso» di Giovanni e Antonio Vivarini del 1444 dalla Chiesa di San Pantalon. Di Giambono sono in mostra una decina di opere tra cui una «Deposizione», di recente attribuita, conservata nei depositi; un «Velo della Veronica» dalla Galleria Malaspina di Pavia; e un «San Crisogono a cavallo» dalla chiesa di San Trovaso, oltre alle più consuete iconologie di santi e di Madonne con Bambino.
Gli stessi soggetti sono declinati da Antonio Vivarini e Giovanni d’Alemagna. Catalogo Marsilio. Con le ultime mostre (Bosch e Manuzio) le Gallerie hanno aumentato il numero di visitatori del 10% (312mila nel 2016) e gli incassi del 25% (2 milioni di euro nel 2016).
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