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Luana De Micco
Leggi i suoi articoliIl 20 giugno il Musée du quai Branly, dedicato alle arti cosiddette «primitive», compie 10 anni e prende il nome dell’ex presidente francese Jacques Chirac, che lo ha voluto e inaugurato il 20 giugno 2006 in presenza dell’antropologo Claude Lévi-Strauss.
Il Musée du quai Branly-Jacques Chirac segue i passi di altre istituzioni parigine, come il Centre Pompidou che era stato creato su iniziativa di Georges Pompidou, appassionato di arte contemporanea e presidente dal 1969 e 1974. Ma è la prima volta che un’istituzione prende il nome di una personalità ancora in vita. A 83 anni, Chirac, malato da tempo, si fa vedere di rado in pubblico. Ma sembra che vada regolarmente a visitare le mostre del quai Branly.
Il museo dedicato alle arti e civiltà d’Africa, Asia, Oceania e Americhe, nell’edificio progettato da Jean Nouvel sul lungosenna, è nato riunendo le collezioni di etnologia del Musée de l’Homme (inaugurato nel 1937 e riaperto nell’ottobre 2015, completamente restaurato) e le collezioni del Musée National des Arts d’Afrique et d’Océanie, ex Musée des Colonies fondato nel 1931 alla Porte Dorée, dove ora si trova il Musée de l’Histoire de l’Immigration. La sua collezione conta 300mila opere e oggetti, 710mila fotografie e 350mila documenti. Lo scorso anno ha accolto circa 1,4 milioni di visitatori. All’ex capo dello Stato, il museo dedica anche una mostra dal titolo «Jacques Chirac et le dialogue des cultures» (21 giugno-9 ottobre) curata da Jean-Jacques Alliagon, che fu il suo ex ministro della Cultura.
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