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Still frame da Elisa Giardina, «Papa Flock- She Preferred the Lineage of Goats and Ducks», 2023

Courtesy of the Artist and Galerie Tanja Wagner

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Still frame da Elisa Giardina, «Papa Flock- She Preferred the Lineage of Goats and Ducks», 2023

Courtesy of the Artist and Galerie Tanja Wagner

Premio Termoli, osservatorio privilegiato sulla pluralità del presente

La sezione Arti Visive riunisce 12 artisti e artiste per un’edizione, la 64ma, che spazia tra linguaggi contemporanei e visioni urbane per il futuro

Caterina Riva, direttrice del Macte e curatrice della 64ma edizione del Premio Termoli, scrive che il Premio ha sempre saputo guardare oltre i confini del mare, soprattutto negli ultimi anni. Una vocazione naturale, forse, per una città come Termoli: affacciata lungo il litorale adriatico e unico porto del Molise, da sempre punto di passaggio e, oggi, anche luogo d’incontro tra pratiche artistiche diverse e prospettive internazionali. Dal 30 maggio al 20 settembre, la città ospita la 64ma edizione del Premio, una delle manifestazioni più longeve dedicate all’arte contemporanea in Italia. Istituito nel 1955, dal 1960 è diventato una piattaforma di riflessione sulla ricerca artistica, coinvolgendo figure come Giulio Carlo Argan e Palma Bucarelli. Grazie al Premio è nata una collezione pubblica che testimonia l’evoluzione dell’arte italiana dal dopoguerra a oggi, con opere che spaziano dal Post informale all’Astrattismo e all’Arte concettuale.

«Alla 64ma edizione di un Premio con settant’anni di storia, afferma Caterina Riva, è necessario considerare come il contesto intorno sia cambiato». In questa direzione si è mossa la Fondazione Macte che, dal 2020, ha rinnovato la struttura del Premio, articolandolo in due sezioni: Arti Visive e Architettura e Design. Un’apertura che riflette la natura fluida dell’arte contemporanea, segnata da sconfinamenti e contaminazioni. Nelle prime due edizioni, la sezione architettura era gestita dal museo; nel 2025, la curatela passa a Terraviva, piattaforma milanese attiva a livello internazionale, ampliando la rete e raccogliendo oltre 400 candidature globali.

L’edizione 2025 del Premio Termoli si propone come un osservatorio privilegiato sulla pluralità del presente. «Trattandosi di un Premio, il punto di partenza è di apertura e non si stabilisce un tema a monte, spiega la curatrice. Ognuno dei selezionatori e delle selezionatrici lo ha declinato secondo le proprie sensibilità e invitando artisti dai percorsi più disparati». La curatrice sottolinea infatti l’importanza di «formare un quadro più vivace, intergenerazionale e geograficamente vario di artisti e artiste».

Nella sezione Arti Visive, 12 artisti e artiste (tra cui Mario Airò, Binta Diaw, Allison Grimaldi Donahue, Paolo Icaro e Jiajia Zhang) sono stati selezionati da un comitato curatoriale attento proprio a questo dialogo tra generazioni, provenienze e linguaggi. Il risultato è un panorama vivo e articolato, che spazia da performance partecipative e installazioni immersive a opere pittoriche e lavori video. Alcuni progetti attivano direttamente il pubblico, come quelli di Aldo Giannotti e Allison Grimaldi Donahue; altri esplorano temi politici e sociali, come la ricerca sui corpi neri nelle opere di Adji Dieye e Binta Diaw o l’indagine visiva di Jiajia Zhang sull’immaginario digitale. Accanto a questi, si incontrano l’astrazione concettuale di Mario Airò, la stratificazione cromatica di Luca De Angelis, le installazioni ambientali di Elisa Giardina Papa e Lucia Cristiani. Fuori concorso, Paolo Icaro torna con «Soffio», un lavoro storico del 1968 che dialoga con il presente senza perdere forza.

Infine, l’edizione 2025 intreccia alla visione artistica uno sguardo urbano, con progetti di architettura che ridisegnano lo spazio pubblico di Termoli, tra sostenibilità, accessibilità e ascolto del territorio. Arte e architettura si fanno strumenti di trasformazione collettiva, aprendo visioni civili che guardano avanti, senza smarrire le radici profonde del Premio.

Paolo Icaro, «Soffio», 1986. Foto: Michele Alberto Sereni

Giulia Moscheni, 21 maggio 2025 | © Riproduzione riservata

Premio Termoli, osservatorio privilegiato sulla pluralità del presente | Giulia Moscheni

Premio Termoli, osservatorio privilegiato sulla pluralità del presente | Giulia Moscheni