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Stefano Luppi
Leggi i suoi articoliLa galleria Antonio Verolino apre la stagione con la rassegna «Variazioni su un tema», una collettiva che dal 15 settembre al 22 ottobre riunisce lavori di Arthur Duff (Wiesbaden, 1973), Alberto Gianfreda (Desio, 1981) e Paolo Ventura (Milano, 1968) ai quali i curatori Luca Panaro e Paola Formenti Tavazzani hanno aggiunto, all’esterno della galleria, un intervento di Luca Zamoc (Modena, 1986). Si può forse individuare un filo comune nell’esposizione prendendo in esame la solidità strutturale del pensiero che sottostà alla produzione degli artisti citati.
Duff espone «In Light of it All», un ricamo a mano su tessuto mimetico del 2009 e lavori del 2015-17 quali «Emitter» in pietra lavica, neon, filo elettrico, «Black Star_Fragment_M14», corda in poliestere su telaio in ferro e «Things with Endings» reso attraverso un tubo al neon, una guaina in poliestere e filo elettrico. Questo corpus illustra compiutamente gli obiettivi dell’artista tedesco, che riflette in particolare sul carattere strumentale della parola e del segno.
Di Alberto Gianfreda è allestita la recentissima «Nothing as it seems», opera in cui l’autore tenta una nuova configurazione, versatile e per così dire «destrutturata» dei materiali: iniziata con il marmo, la sua ricerca si è estesa alla ceramica e alla terracotta.
I lavori di Ventura («Ex Voto», acrilici e matite colorate su fotografia), infine, si ispirano all’iconografia degli ex voto dipinti, molto diffusi fino all’Ottocento. L’artista, rifacendo queste «immaginette» dopo una visita al Santuario della Consolata di Torino, si ritrae in abiti militari della prima guerra mondiale.
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