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Pane, rose e fantasia

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Ada Masoero

Giornalista e critico d’arte Leggi i suoi articoli

«Vogliamo il pane e le rose!» reclamavano le suffragette, citando Marx. E lo stesso avrebbero gridato, sin dal 1912, gli operai in lotta. Quello slogan così efficace, che condensava in poche parole il bisogno di nutrire il corpo e lo spirito, di coltivare passioni e intessere rapporti, è stato scelto da Marco Meneguzzo come titolo della mostra che la Fondazione Arnaldo Pomodoro presenta nei mesi di Expo, dal 25 marzo al 17 luglio. Protagonisti della rassegna «Il pane e le rose» sono cinque artisti di età diverse, diversi anche per genere e per scelte linguistiche, accomunati però dalla capacità di interpretare allegoricamente nel loro lavoro temi universali; in questo caso il tema di Expo. Gianni Caravaggio, Loris Cecchini, Chiara Dynys (nella foto, «Pane al mondo», 2015), Pino Deodato, Giuseppina Giordano hanno declinato il concetto portante di Expo, «nutrire il pianeta, energia per la vita» alcuni attraverso opere recenti, altri in opere realizzate prima ancora che questo tema prendesse a circolare.

Ada Masoero, 04 marzo 2015 | © Riproduzione riservata

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Pane, rose e fantasia | Ada Masoero

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