Verifica le date inserite: la data di inizio deve precedere quella di fine
Sanzia Milesi
Leggi i suoi articoliPerugia, Spoleto e Gubbio. Una carriera di successo, oramai cinquantennale, che spazia dalla pittura alla sperimentazione fotografica, alle installazioni e alla scultura. A questa carriera rende omaggio una mostra che tocca tre delle più belle città dell’Umbria in un unico circuito museale: «Mimmo Paladino. Antologica» è «un viaggio nel territorio, intrecciato al suo lavoro», come sottolinea il direttore Musei Nazionali di Perugia Costantino D’Orazio (da un anno anche direttore ad interim dei Musei Nazionali di Bologna) parlandoci del progetto.
Un articolato percorso sul lavoro dell’artista beneventano Domenico Paladino (per tutti, Mimmo, classe 1948) che, dall’8 novembre al 18 gennaio 2026, si snoda tra la Galleria Nazionale dell’Umbria di Perugia, la Rocca Albornoz di Spoleto e il Palazzo Ducale di Gubbio, a cui si aggiungono due eventi a Perugia: un’installazione di 600 metri quadrati sulla facciata di Palazzo Baldeschi (l’opera «Concerto in piazza», presente già da fine giugno a rivestire il cantiere nell’edificio della Fondazione Perugia) e un inedito progetto d’artista per le luminarie natalizie lungo corso Vannucci, tra piazza della Repubblica e piazza IV Novembre.
Nell’insieme, un deciso input da parte della Direzione Regionale Musei dell’Umbria per valorizzare e far conoscere il proprio territorio. «L’attività di ricerca dei Musei Nazionali dell’Umbria sta intensificando il proprio impegno sull’arte contemporanea, soprattutto in progetti che coinvolgono il territorio, spiega infatti Costantino D’Orazio. Il progetto con Mimmo Paladino, uno degli artisti italiani più riconosciuti nel panorama internazionale, è la naturale prosecuzione del lavoro svolto l’anno scorso con 15 artisti contemporanei in tutti i musei della rete. Il dialogo con il maestro, iniziato all’inizio del mio mandato a gennaio 2024, ha da subito avuto l’obiettivo di coinvolgere l’ampio ambito del suo lavoro, dalla pittura all’installazione, dalla scultura al cinema, nel segno della reinterpretazione dei segni tradizionali umbri. Paladino è capace di coinvolgere le comunità nella riflessione sulla propria identità storica in chiave contemporanea e in Umbria lo sta facendo con risultati sorprendenti. Questo è accaduto nel telo che riveste il cantiere di Palazzo Baldeschi, accadrà nelle luminarie di Natale su corso Vannucci e potrà essere ben compreso dal pubblico nelle mostre a Perugia, Spoleto e Gubbio. Dobbiamo ringraziare il maestro Paladino per la sua generosità, che ci ha permesso di concepire un percorso ampio e avvincente all’interno della sua ricerca, grazie anche alla disponibilità dei musei, delle gallerie e dei privati che hanno prestato i capolavori presenti in mostra. Ripercorrere cinquant’anni di storia attraverso il suo lavoro offre la possibilità di comprendere in profondità un immaginario che attinge ai segni delle antiche civiltà italiche, dell’architettura e del paesaggio italiani, ai colori del Mediterraneo e a una tradizione che Paladino è riuscito a rinnovare di decennio in decennio. I Musei Nazionali dell’Umbria sono un sistema di spazi dalla forte identità, con cui il maestro ha accettato di confrontarsi, per coinvolgere il più possibile la comunità locale e costruire un viaggio nel territorio intrecciato al suo lavoro».
Con un unico biglietto a tariffa agevolata, è possibile ripercorrere gran parte della produzione dell’artista campano, tra i principali esponenti della Transavanguardia italiana, dagli esordi ai nostri giorni. «A Perugia, alla Galleria Nazionale dell’Umbria, continua D’Orazio, viene presentato un excursus in circa cinquanta opere del segno di Mimmo Paladino, dal 1977 ai primi anni Duemila, dal “ritorno” alla pittura alla fine degli anni Settanta, attraverso tutte le principali iconografie che hanno caratterizzato il suo lavoro. A Spoleto invece vanno in scena la scultura e l’installazione e nei saloni della Rocca Albornoz sono allestiti i “Dormienti” e alcune sculture che permettono di entrare in contatto con il mondo “a tre dimensioni” di Paladino. Infine nel Palazzo Ducale di Gubbio sono esposte le sue opere recenti, con una selezione di lavori realizzati negli ultimi dieci anni, per concludere il viaggio all’interno del suo mondo e capire come la sua ricerca sia composta di segni che persistono nel tempo, variano e si intrecciano senza perdere mai di vista il suo immaginario».
                        
                    Mimmo Paladino, «Lampeggiante», 1979. Courtesy of Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, Rivoli-Torino in comodato da Fondazione per l’Arte Moderna e Contemporanea Crt