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Proposta vent’anni fa a Villa Panza, a Varese, la monumentale installazione è ora adattata alle forme brutaliste della Sala Stirling
- Grazia Mazzarri
- 29 ottobre 2025
- 00’minuti di lettura
Una veduta dell’installazione «Nobu at Elba» di Giovanni Frangi nella Sala Stirling di Palazzo Citterio, Milano
«Nobu at Elba» di Giovanni Frangi rivive a Palazzo Citterio
Proposta vent’anni fa a Villa Panza, a Varese, la monumentale installazione è ora adattata alle forme brutaliste della Sala Stirling
- Grazia Mazzarri
- 29 ottobre 2025
- 00’minuti di lettura
Grazia Mazzarri
Leggi i suoi articoliA vent’anni dalla sua prima presentazione alla scuderia grande di Villa Panza a Varese, luogo per la quale era stata concepita, la monumentale installazione di Giovanni Frangi «Nobu at Elba» viene proposta dal 30 ottobre al 18 gennaio 2026 nella Sala Stirling di Palazzo Citterio a Milano.
Oggi, come allora, il progetto è curato da Giovanni Agosti, mentre il nuovo allestimento, a cura di Francesco Librizzi, prevede una struttura che contiene l’opera e la introduce come una grande quinta scenica: «Nobu at Elba Redux» («redux» è un riferimento alla nuova presentazione) è costituita da quattro grandi tele dipinte (complessivamente di 40 metri) e da 20 sculture in gommapiuma bruciata, illuminate a intervalli regolari di 15 minuti, con l’intenzione di fornire un’emozione simile a quella che si prova di notte vicino a un corso d’acqua, in un ambiente disabitato.
Le tele e le sculture in gommapiuma sono rimaste per vent’anni nel magazzino dell’artista milanese e la decisione di rimontarle nella Sala Stirling ha richiesto la valutazione di varie possibilità: «Alla fine, la scelta è la più “stirlinghiana”, da un lato per rispetto al brutalismo dello spazio e, dall’altro, perché è quella che ci ha permesso di rimontare il lavoro come era stato concepito a misura per gli spazi della Scuderia Grande di Villa Panza nel 2004. È una scommessa con il tempo che passa, un modo di mettersi alla prova e vedere l’effetto cha fa», precisa Frangi.
Fanno parte del percorso espositivo i 135 fogli che, esposti nella sala a fianco della grande installazione, testimoniano il diario della lavorazione di «Nobu at Elba», come precisa il curatore Giovanni Agosti: «Il mito della creazione sorgiva è contraddetto dalla presentazione, foglio dopo foglio, di una sorta di diario che presenta ispirazioni, dirottamenti, divagazioni e false piste, in modo da fornire più chiavi di lettura a un’opera così complessa e stratificata, ma nel contempo così elementare e immediata».