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Luana De Micco
Leggi i suoi articoliParigi. «Non è una mostra, ma una passeggiata. L’idea è di trasformare lo spazio fisico in spazio temporale. Il visitatore da spettatore diventa camminatore». Così Annabelle Mauger descrive «Imagine Van Gogh», l’«esperienza immersiva» che, insieme a Julien Baron, ha realizzato per la Grande Halle della Villette (fino al 10 settembre). Più che una mostra, dunque, uno spettacolo, che non si visita, ma si vive.
Nell’immenso spazio della Grande Halle, più di 200 opere del pittore olandese sono proiettate su maxischermi-parete poste in modo sfasato, lungo un percorso che ogni visitatore può inventare come vuole. Sugli schermi scorrono le immagini di capolavori che il pittore espressionista realizzò tra la Provenza, ad Arles e Saint-Rémy de Provence, tra il 1888 e 1889, e la regione di Parigi, ad Auvers-sur-Oise, tra maggio e luglio 1890, appena prima di morire. Le tele non sono proiettate nella loro interezza, ma si ritrovano scomposte su più schermi: «L’intenzione è di creare prossimità tra il visitatore e l’opera di Van Gogh», ha spiegato la Mauger. Scorrono allora centinaia di dettagli, ad altissima definizione, di «La notte stellata sul Rodano», «I girasoli» o ancora «Campo di grano con volo di corvi». Si «entra» nell’opera di Van Gogh sulle note di Mozart, Bach e Satie. Nel loro lavoro Annabelle Mauger e Julien Baron si sono ispirati all’idea di «immagine totale» di Albert Plécy, cineasta e fotografo, per cui non è più lo spettatore a guardare l’immagine ma è l’immagine a guardare lo spettatore e attirare il suo sguardo.
Bosch, Brueghel e Arcimboldo nelle cave provenzali
Negli anni Settanta Plécy concretizzò il suo pensiero allestendo degli spettacoli di suoni e luci nelle gigantesche cave di calcare bianco in disuso della Val d’Enfer, in Provenza, vicino al bel borgo medievale di Les Baux-de-Provence, creando così la sua «Cathédrale d’images». Dal 2012 il sito ha preso il nome di «Carrières de Lumières» ed è gestito da Culturespaces, il primo operatore culturale privato in Francia (che gestisce anche i musei Maillol e Jacquemart-André di Parigi). Da allora è stato visitato da 2,1 milioni di persone. Fino al 7 gennaio 2018, vi si tiene la mostra multimediale «Bosch, Brueghel e Arcimboldo. Fantastique et merveilleux», realizzata da Gianfranco Iannuzzi, Renato Gatto e Massimiliano Siccardi. Circa 2mila immagini digitali sono diffuse ad altissima definizione e messe in movimento grazie a una tecnologia appositamente messa a punto (Amiex-Art & Music Immersive Experience). Per una trentina di minuti, il visitatore si incammina nel suggestivo luogo, portato dalle note di Ravel o dei Led Zeppelin, alla ricerca di punti di vista sempre diversi e di molteplici dettagli. Le alte pareti di pietra (per una superfice totale di proiezione di 7mila m2) si accendono di colori e si popolano di migliaia di creature fantastiche. Prima ci si immerge nell’universo di Bosch, con la «Creazione del mondo». Via via i mostri di Bosch lasciano spazio alle vivaci feste di paese di Brueghel e, sulle note di Vivaldi, ai famosi personaggi di Arcimboldo della serie «Le Quattro stagioni» con i volti umani che emergono da un patchwork di frutta, verdura, fiori e radici. Lo scorso anno la mostra «Chagall, songes d’une nuit d’été» ha attirato 560mila visitatori.
Nel numero di luglio-agosto di «Il Giornale dell'Arte» pubblicheremo un ampio servizio speciale sugli allestimenti multimediali di mostre e musei.

Uno scorcio di «Imagine Van Gogh» alla Villette di Parigi. Foto di Luana De Micco

Uno scorcio di «Imagine Van Gogh» alla Villette di Parigi. Foto di Luana De Micco

Uno scorcio di «Imagine Van Gogh» alla Villette di Parigi. Foto di Luana De Micco

Uno scorcio di «Imagine Van Gogh» alla Villette di Parigi. Foto di Luana De Micco

Uno scorcio di «Imagine Van Gogh» alla Grande Halle della Villette a Parigi. foto di Luana De Micco

«Imagine Van Gogh» alla Grande Halle di La Villette, Parigi. Foto Luana De Micco
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