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Nell'800 si leggeva

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Ada Masoero

Giornalista e critico d’arte Leggi i suoi articoli

Dopo Giovanni Serodine (cfr. n. 355 lug.-ago.’ 15, p. 30), la Pinacoteca Cantonale Giovanni Züst si sposta nei salotti borghesi ottocenteschi, nella quiete delle cucine rustiche in cui, la domenica, si leggeva la Bibbia, nelle scuole e negli uffici pubblici del XIX secolo, per ripercorrere la rivoluzione, silenziosa ma radicale, che nel corso di quel secolo allargò l’accesso alla lettura a una fascia più vasta di popolazione. Fino al 24 gennaio la mostra «Leggere, leggere, leggere. Libri, giornali, lettere nella pittura dell’Ottocento» (catalogo Silvana), curata da Matteo Bianchi e coordinata da Mariangela Agliati Ruggia e Alessandra Brambilla, riunisce 80 dipinti di artisti italiani e svizzeri (specie ticinesi) del XIX secolo, uniti dal tema comune della lettura. Il percorso si apre con una sala dedicata al bernese Albert Anker (1831-1910), che dedicò numerose opere alla lettura nelle sue più diverse declinazioni, per inoltrarsi poi nel Ticino con Feragutti Visconti, Preda, Chiesa, Luigi Rossi e gli scultori Vincenzo Vela e Luigi Vassalli. Molti gli italiani, da Induno (celebri le sue scene di lettura collettiva delle lettere spedite dai fronti risorgimentali) a Cabianca, da Cremona e Ranzoni a Mosè Bianchi, Morbelli, Nomellini e Zandomeneghi. In chiusura, una selezione di recenti fotografie di Ferdinando Scianna, pubblicate nel libro Lettori (Henry Beyle, 2015).

Ada Masoero, 29 ottobre 2015 | © Riproduzione riservata

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