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Gilda Bruno
Leggi i suoi articoliGhana, Mali e Nigeria spiccano per il loro contributo alla tradizione visiva dell’Africa occidentale, grazie a figure come James Barnor, pioniere del fotogiornalismo ghanese, che negli anni Settanta introdusse lo sviluppo della pellicola a colori nel Paese; Malick Sidibé, fotografo maliano noto per la sua vibrante resa della cultura giovanile, delle feste e delle famiglie di Bamako; e Solomon Osagie Alonge, fotografo ufficiale della corte reale del Benin, che per primo ritrasse i cittadini nigeriani come fieri esponenti della propria storia, spianarono la strada alle promesse africane che oggi stanno rivoluzionando la fotografia nel mondo.
Non sorprende quindi l’apertura del Dikan Center, prima galleria dell’Africa completamente dedicata alla pratica, teoria e ricerca in campo fotografico, fondata dal fotografo ghanese Paul Ninson e inaugurata il 16 dicembre scorso ad Accra, capitale del Ghana, con «Ahennie», mostra di fotografie realizzate da Emmanuel Bobbie. Con oltre 30mila libri, lo spazio espositivo finanziato da una raccolta fondi supportata da Stanton conquista il primato di biblioteca fotografica più vasta del continente africano.
Nativo di Kumasi, dopo aver studiato Documentary Practice and Visual Journalism all’International Center of Photography di New York, Ninson inizia a immaginare un centro interamente ispirato alla fotografia e all’educazione visuale proprio nel suo Paese natale: un sogno di cui parlerà a Stanton nel 2021 e che è finalmente diventato realtà. Il Dikan Center, racconta Ninson, offre «un laboratorio di visual storytelling, aule, uno studio e uno spazio dedicato alla comunità formatasi attorno al centro; il tutto fornito di wifi aperto a chiunque voglia prendervi parte». Questa realtà, prosegue il fotografo, «pone le basi per la crescita dell’economia creativa dell’Africa promuovendo l’educazione visuale nel continente».

Paul Ninson
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