«Catalyst» (2017) di Oscar Murillo

Foto Tim Bowditch e Reinis Lismanis. Cortesia dell’artista e di Gagosian

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«Catalyst» (2017) di Oscar Murillo

Foto Tim Bowditch e Reinis Lismanis. Cortesia dell’artista e di Gagosian

Murillo segna e sussurra

L’artista colombiano presenta da Gagosian opere di svariati cicli e alcuni inediti, una meditazione sul disegno automatico di scala monumentale

Dal 12 aprile al 15 giugno, Gagosian ospita la furia pittorica di Oscar Murillo nella mostra «Marks and Whispers». Quella gestualità e polimatericità che ha portato molti a evocare i nomi di Basquiat, Schnabel e Twombly, si dispiega nel grande ovale della galleria romana con lavori di svariati cicli. Dell’artista nato in Colombia nel 1986, ma dall’età di dieci anni trasferitosi con la famiglia a Londra, rivelazione della Biennale veneziana del 2015 e Turner Prize nel 2019, si possono ammirare dipinti giganteschi e delicati disegni su carta. 

Del primo tipo sono le opere della serie «Catalyst», avviata nel 2011 e ancora in divenire. Qui, mediante stesura di una tela ricolma di colore su un’altra, e l’enucleazione di un tracciato grafico tramite pressione sul retro di uno stilo, l’artista attinge alla tradizione delle sperimentazioni surrealiste sul tema della casualità e dell’opera come frutto di una matrice. A dominare, come spesso in Murillo, è il colore rosso, un grido cromatico che fa da contrappunto ai «segni e a sussurri» del titolo, che riempiono le tele, quasi più «scritte» che dipinte. Altre opere provengono dal ciclo «Manifestation», avviato nel 2018, in cui densi impasti pittorici vengono a stratificarsi su frammenti di tela cuciti insieme. Le opere di «Scarred Spirits» sono le più recenti, e vengono esposte per la prima volta in questa occasione. Rappresentano una meditazione sul disegno automatico di scala monumentale. I disegni sono tutti della serie «Flight», così nominata perché sorta nei tempi liberi e morti dei tanti viaggi aerei che l’artista, impegnato in mostre in tutto il mondo, sovente intraprende. Sulla carta la mano lascia fiorire lettere, parole e numeri, tutti ad inchiostro. Sono esperimenti e improvvisazioni, nati senza un motivo, se non quello di esistere. 

Nella pittura Murillo trova il baricentro della sua creatività. Ma la sua anima sperimentale non disdegna sviluppi verso la scultura, l’installazione, il video, anche in opere multimediali, di grande impatto emotivo. A Roma, la scelta è caduta sulla sola pittura, in omaggio a un suo mito, Alberto Burri, e in memoria di Jannis Kounellis, che si definiva «pittore» anche quando non dipingeva, perché pittorica per lui era la vita. Un principio che si attaglia anche all’artista colombiano.

«Scarred Spirits» (2024), di Oscar Murillo. Foto: Tim Bowditch e Reinis Lismanis. Cortesia dell’artista e di Gagosian

Guglielmo Gigliotti, 10 aprile 2024 | © Riproduzione riservata

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Murillo segna e sussurra | Guglielmo Gigliotti

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