Verifica le date inserite: la data di inizio deve precedere quella di fine
Luana De Micco
Leggi i suoi articoliDue retrospettive inedite in Francia si aprono questo mese al Musée d’art moderne de la Ville de Paris. La prima è dedicata a Carol Rama, la novantaseienne pittrice torinese che nel 2003 ottenne il Leone d’oro alla carriera in occasione della 50ma Biennale di Venezia. «La passione secondo Carol Rama», aperta dal 3 aprile al 12 luglio, è il risultato di una collaborazione con il Macba di Barcellona (dov’è stata allestita sino allo scorso febbraio) ed è coprodotta dalla Galleria Civica d’arte moderna e contemporanea di Torino. Proprio da collezioni private torinesi arrivano i primi acquerelli degli anni Trenta, costellati di bocche e orifizi, come «Opera n. 18» e «Marta», che valsero all’artista, che guardava al Surrealismo, la censura del Governo fascista negli anni Quaranta. Il percorso passa per le astrazioni degli anni Cinquanta, quando Carol Rama si avvicina al Movimento Arte Concreta, e i collage degli anni Sessanta, arrivando fino alla serie sulla «Mucca pazza» degli anni Duemila. Quanto alla seconda mostra, tutto risale al 2012, quando il Musée d’art moderne de la Ville de Paris ha ricevuto in dono 127 opere di Markus Lüpertz, da parte del gallerista Michael Werner. Ora, dal 17 aprile al 19 luglio, il museo accoglie questa retrospettiva del settantatreenne artista (nato a Liberec, attuale Repubblica Ceca), che lavora tra Berlino, Düsseldorf e Firenze. Sono esposte 140 opere, con una trentina di dipinti e sculture, in arrivo soprattutto dalla Germania, che si aggiungono ai pezzi della collezione Werner. Si ripercorre tutta la carriera di Lüpertz, dai quadri di grande formato degli anni Sessanta e Settanta con i «motivi tedeschi», fino alla serie «Arkadien» del 2013, ispirata alla mitologia greca. Quella di Lüpertz, affermatosi nell’ambito del Neoespressionismo, «è un’opera che non si può paragonare a nessun’altra, e spazia dalla mitologia all’astrazione, da Alice nel paese delle meraviglie fino a Poussin e Goya, spiega Fabrice Hergott, direttore del museo. Nella generazione dei pittori tedeschi nati negli anni del nazismo, Lüpertz è l’artista la cui opera è la più difficile da classificare».
Altri articoli dell'autore
Nella duplice veste di curatore e rettore della Scuola del Centre Pompidou-Metz l’artista ha inventato un abbecedario per una mostra è che un dizionario aperto, in cui ogni visitatore e ogni artista può riscrivere i significati
Esposte al Louvre oltre 170 opere della collezione personale del primo presidente della Terza Repubblica francese
Triplice appuntamento nel centro culturale in Provenza: una collettiva allestita da Tino Sehgal, l’Ong E.A.T e l’opera grafica di Maria Lassnig
Attraverso 260 opere il Louvre traccia il ritratto di una civiltà «rimasta a lungo ai margini degli studi accademici», un popolo di soldati, ma anche di commercianti, architetti, scienziati e artisti