Image

Verifica le date inserite: la data di inizio deve precedere quella di fine

Image
Image

Morandi nella Collezione Eni, a Palazzo Esposizioni il collezionismo come esercizio del pensiero

Due nature morte del 1919 e del 1941, acquisite negli anni Cinquanta per la collezione voluta da Enrico Mattei, esposte fino all’11 gennaio 2026 raccontano un’idea di collezionismo nato come forma di esercizio cognitivo

Rosalba Cignetti

Leggi i suoi articoli

La presenza di Giorgio Morandi nella Collezione Eni non va letta come un episodio accessorio né come un’adesione al canone del Novecento italiano. Morandi è presente nella Collezione Eni perché il suo lavoro coincide, per struttura e metodo, con un’idea precisa di collezionare. Le due nature morte del 1919 e del 1941, acquisite negli anni Cinquanta nel momento di formazione del nucleo storico della collezione voluta da Enrico Mattei, non rispondono a un criterio rappresentativo o celebrativo. Sono opere che rendono evidente una pratica fondata sulla continuità del procedimento, sulla riduzione delle variabili e su una concezione del lavoro come verifica costante. Nel dipinto del 1919 gli oggetti mantengono ancora una certa autonomia formale e una chiarezza di contorni che mette in tensione figura e spazio; in quello del 1941 la composizione si addensa, le distanze si accorciano e la superficie pittorica acquista una densità che deriva dalla coesione interna più che dall’isolamento degli elementi.
L’interesse della Collezione Eni per Morandi va letto in questa direzione: una pittura che non produce immagini destinate a una rapida circolazione, ma oggetti visivi che richiedono una frequentazione prolungata e non offrono soluzioni definitive. È la stessa logica che Mattei applica alla collezione, un patrimonio pensato per abitare gli spazi di lavoro e per introdurre una forma di esercizio cognitivo. Da queste due nature morte ha preso avvio la mostra Giorgio Morandi nella Collezione Eni, allestita alla Sala Fontana del Palazzo delle Esposizioni fino all’11 gennaio 2026. Il progetto espositivo, curato da Denise Isaia e promosso da Roma Capitale – Assessorato alla Cultura, Azienda Speciale Palaexpo ed Eni, non costruisce un percorso storico sull’artista né una sintesi della sua opera, ma rende leggibile una relazione precisa tra pratica artistica e progetto collezionistico d’impresa.
Le due tele sono esposte senza l’ambizione di rappresentare momenti risolutivi della carriera di Morandi. Il loro accostamento mette in evidenza una continuità di metodo che attraversa oltre vent’anni di lavoro: nel primo caso con una maggiore apertura spaziale, nel secondo con una composizione più contratta e relazioni formali più serrate. In entrambi i casi bottiglie, contenitori e superfici neutre funzionano come elementi di verifica dei rapporti di distanza, peso e luce, attraverso micro-variazioni e aggiustamenti successivi. Un carattere processuale che rende la presenza di Morandi nella Collezione Eni particolarmente significativa. La collezione nasce nel secondo dopoguerra come progetto culturale interno all’impresa, concepito per accompagnare gli spazi del lavoro e non per costruire una narrazione esterna. Le opere non sono acquisite per funzione rappresentativa né come elementi di prestigio, ma come presenze destinate a convivere con l’attività quotidiana, introducendo una dimensione di attenzione e di rigore. La mostra rende osservabile questa impostazione senza amplificarla. Il passaggio delle opere dallo spazio aziendale a quello espositivo non comporta una trasformazione del loro statuto. L’allestimento nella Sala Fontana è misurato, costruito per isolare i dipinti e mantenerli in una relazione diretta con lo spazio. I testi di accompagnamento forniscono i dati essenziali — provenienza, datazione, contesto collezionistico — senza sovrapporsi all’esperienza visiva.

 

Rosalba Cignetti, 30 dicembre 2025 | © Riproduzione riservata

Altri articoli dell'autore

È scomparsa a 87 anni una delle figure più autorevoli della tutela e della promozione del patrimonio artistico e culturale genovese e ligure

La morte dell’attrice parigina chiude una delle traiettorie più luminose e  contraddittorie del Novecento europeo, passata dalla centralità dell’immagine alla sua radicale messa in discussione, ha attraversato cinema, costume, politica dell’immagine e attivismo, lasciando un’impronta che va ben oltre lo schermo

Il Governo e archeologi egiziani hanno intensificato gli sforzi per ottenere il ritorno in Egitto del celebre Busto di Nefertiti, oggi esposto al Neues Museum, indicando nel Grand Egyptian Museum la destinazione naturale dell’opera

Il rinnovo dell’accordo tra UNESCO e il gruppo del lusso estende fino al 2029 una collaborazione che porta l’impresa globale dentro i processi di tutela del patrimonio vivente, tra ricerca, territori e costruzione di nuovi immaginari

Morandi nella Collezione Eni, a Palazzo Esposizioni il collezionismo come esercizio del pensiero | Rosalba Cignetti

Morandi nella Collezione Eni, a Palazzo Esposizioni il collezionismo come esercizio del pensiero | Rosalba Cignetti