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Massimo Osanna: «Ecco la mia Pompei»

Le nuove aperture del sito campano sono illustrate anche in un volume

Carlo Avvisati

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Nel sito di Pompei riapre alle visite via Vesuvio, tra il vicolo delle Nozze d’argento e la cinta nord degli scavi. Duecento metri di fronte strada consolidati in virtù del «Grande Progetto Pompei». Lo scavo, necessario per il consolidamento, ha fatto rinvenire una domus decorata con un Priapo itifallico, una Leda posseduta dal cigno (Giove), Narcisso che si specchia, e un Hermes dai vividi colori, oltre a figure di satiri.

Aperto anche il complesso delle Terme Centrali, già scavato tra il 1877 e il 1878, il più grande della città, in fase di costruzione durante l’eruzione. Torna visitabile anche la casa degli Amorini dorati, chiusa per lavori di pulizia degli apparati decorativi e musivi.

«Quest’anno, ha sottolineato il direttore generale del Parco Massimo Osanna, chiuderemo con poco meno di quattro milioni di visitatori e dunque vanno ripensati sia gli itinerari all’interno della città sia gli ingressi, oltre alla fruizione da parte dei turisti, che li deve rendere consapevoli dell’esperienza di visita, un vero viaggio temporale nel passato più unico che raro». In questa direzione va considerato il volume firmato dallo stesso Osanna Pompei. Il tempo ritrovato, le nuove scoperte (Rizzoli, 450 pp., € 20).

Il libro, in dieci capitoli, racconta, come sottolinea il direttore, «la mia Pompei, la città che è emersa in questi ultimi anni dal fango di scandali veri o presunti, e crolli più o meno enfatizzati». Insomma, un testo che secondo l’archeologo mantiene un impianto scientifico pur essendo pensato per un pubblico di lettori ampio e non solo per specialisti.

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Carlo Avvisati, 30 dicembre 2019 | © Riproduzione riservata

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