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Federico Castelli Gattinara
Leggi i suoi articoliRoma. Dalla scorsa primavera è online e aperta a tutti una scelta di quasi 4mila immagini di Roma dal Cinquecento ai primi del Novecento, della imponente raccolta di 15mila opere tra disegni, stampe, schizzi e fotografie collezionata dal celebre archeologo e topografo Rodolfo Lanciani e acquisita per intero (insieme alla biblioteca, in tutto 21mila pezzi) nel 1929, alla sua morte, dall’Istituto Nazionale di Archeologia e Storia dell’Arte di Palazzo Venezia, allora ancora guidato da Corrado Ricci, suo fondatore e primo presidente.
Con l’aiuto dei ricercatori della Stanford University, questo neonato archivio open data aiuterà d’ora in poi studenti, amatori e studiosi nell’approfondimento di Roma e delle sue trasformazioni, attraverso la versione digitalizzata soprattutto di stampe di varia tipologia, ma anche di disegni (circa il 30%) e di fotografie (5%) raccolte dal Lanciani per documentare la storia dell’archeologia romana in epoca moderna, fino ai suoi giorni. Grazie a un finanziamento della Samuel H. Kress Foundation e frutto di una collaborazione di due anni tra Cesta (Spatial History Project at Stanford’s Centre for Spatial and Textual Analysis), Stanford University Libraries, University of Oregon, Dartmouth College e Italia, «è parte del nostro progetto a lungo termine di condurre una delle città più documentate al mondo nell’era digitale», ha spiegato Erik Steiner, condirettore di Cesta. Si tratta infatti di un tassello importante di un più ampio piano chiamato Mapping Rome, nato nel 2004 dallo stesso Steiner insieme all’architetto James Tice dell’Università dell’Oregon, che ha già portato alla digitalizzazione dei lavori del XVIII secolo di Giambattista Nolli e Giuseppe Vasi dedicati alla città, mentre ancora si lavora alla digitalizzazione della Forma Urbis Romae del Lanciani pubblicata nel 1901, sorta di sintesi cartografica in scala 1:1000 (e in 46 tavole) delle antichità romane e delle loro trasformazioni nei secoli.

La scalinata di Piazza di Spagna secondo Francesco Pannini: è una delle opere della collezione Lanciani ora accessibili online. Image credit: Courtesy: Istituto Nazionale di Archeologia e Storia dell’Arte
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