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Stefano Miliani
Leggi i suoi articoliNella maestosa e affollata Crocifissione, nella scena in cui il corpo di Cristo viene accolto con compassione e piegato in modo innaturale, e nel dipingere le altre fasi della Passione nel transetto sinistro al piano inferiore dell’allora modernissima Basilica di San Francesco, Pietro Lorenzetti dimostrò di aver guardato con attenzione al rinnovamento radicale praticato da Giotto, o chi per lui, al piano superiore della chiesa. Erano gli anni Venti del Trecento e, al di là dei secoli e dei terremoti, oggi lo strato pittorico degli affreschi del pittore senese è in buone condizioni. Eppure, a partire dal 6 gennaio, vengono montati ponteggi. E se a qualcuno suona come una contraddizione, lo è solo perché in Italia a ogni disastro si invoca la manutenzione preventiva senza poi metterla in atto: qui invece viene messa in pratica con un cantiere affidato al caporestauratore del Sacro Convento Sergio Fusetti sotto la supervisione del soprintendente umbro per i Beni storici e artistici Fabio De Chirico.
Sempre al piano inferiore della Basilica è in programma anche un restauro più complesso e delicato: quello della Maestà di Cimabue, l’affresco con l’immagine icona di san Francesco. Qui è tutto da studiare: servono accurate indagini scientifiche, sotto la sorveglianza della Soprintendenza e con l’Istituto superiore per la conservazione e il restauro. Il lavoro partirà una volta deciso come procedere e trovati i finanziamenti.
Spetta a Fusetti descrivere l’intervento su Lorenzetti che su queste pareti e archi ha rinnovato il suo linguaggio vigoroso connotato dal linearismo e dalle architetture di matrice senese: «Questo lavoro fa parte di un progetto triennale nella Basilica. Non sarà quasi necessario intervenire sul colore della fascia alta, in quella bassa servirà una pulitura più approfondita perché la gente tocca. A ogni modo la pellicola pittorica di questo transetto sta bene nonostante la polvere. Dovremo rimuovere, se ci sono, efflorescenze saline e qualche fungo microscopico». Il restauratore mette però l’accento sull’importanza della manutenzione: «Iniziata dall’Icr, la facciamo costantemente con fondi da finanziamenti pubblici e privati, offerte, fondazioni, l’8 per mille. Costa poco e l’opera si conserva più a lungo». E chiarisce perché prevenire salva: «Vogliamo verificare se ci sono distacchi della superficie pittorica e controllare l’intonaco. Se ci sono bolle di vuoto vanno riempite. È fondamentale: un intonachino ben coeso al muro evita la perdita di superfici pittoriche a causa di scosse. Logicamente, dipende dalla forza di un sisma».
L’intervento sul Lorenzetti costerà 60-70mila euro e s’inquadra in una campagna per consolidare a tappeto le pitture murali nella Basilica inferiore: dopo il transetto destro e le vele centrali, tocca ora al transetto sinistro. «In Italia siamo abituati a restaurare quando l’opera è compromessa. Invece, conclude Fusetti, come dicono fior di esperti, sarebbe opportuno fare manutenzione continua in tutti i monumenti». Notizie sui lavori e su quanto accade in Basilica si possono leggere sul sito www.sanfrancesco.org.

Gli affreschi di Lorenzetti nel transetto sinistro della Basilica Inferiore di Assisi. Foto di P. Gerhard Ruf © Archivio fotografico del Sacro Convento di S. Francesco in Assisi, Italia
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