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Jenny Dogliani
Leggi i suoi articoliÈ successo poche ore fa nel percorso della mostra «Il Rinascimento a Brescia. Moretto, Romanino, Savoldo. 1512-1552», allestita nei Musei di Santa Giulia fino al prossimo 16 febbraio. La grande tela (142x200 cm) era stata realizzata negli anni Venti del Cinquecento per la confraternita della Madonna del Carmine da Alessandro Bonvicino, detto il Moretto, tra i massimi esponenti del Rinascimento bresciano. A causare lo squarcio la mano di una visitatrice tesa istintivamente per attutire una fortuita caduta seguita a un inciampo. L’opera, dipinta a olio su tela su due lati, è danneggiata all’altezza del panneggio della tunica di uno dei due disciplini raffigurati ai piedi della Vergine, dall’altro lato la tela rappresenta invece due santi non identificati. Recentemente restaurata dallo studio Marchetti e Fontanini, la tela era protetta solo da un distanziale, ma puntualmente assicurata. Il danno, stimato in qualche migliaio di euro, sarà completamente restaurato, l’opera è già stata spostata e messa in sicurezza. «Sono cose che possono succedere, in questi giorni la mostra è molto frequentata», ha spiegato il direttore della Fondazione Brescia Musei, Stefano Karadjov.
Collocabile nell’ultima fase della produzione giovanile del Moretto, lo stendardo fu probabilmente utilizzato dalla confraternita religiosa della Madonna del Carmelo della Chiesa di Santa Maria del Carmine a Brescia. Nel 1820 fu acquistato a Roma da Antonio Canova, che la attribuì al Pordenone. La recente attribuzione risale agli studi di inizio Novecento di Claudio Gamba e Giuseppe Fiocco. La veste è fortunatamente una delle parti meno complicate sulle quali intervenire, rispetto a quanto lo sarebbe stato invece se il danno si fosse collocato all’altezza di un volto o di una mano.
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