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Particolare di un affresco proveniente dell’eremo di Santa Maria alla Sambuca e conservato al Museo della Città di Livorno

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Particolare di un affresco proveniente dell’eremo di Santa Maria alla Sambuca e conservato al Museo della Città di Livorno

Livorno incrocio di genti, commerci e culture. Ecco il suo museo

Dopo la sezione contemporanea, è ora la volta del riallestimento secondo un approccio «narrativo» delle collezioni civiche antiche, medievali e moderne

Laura Lombardi

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Si inaugura il 22 dicembre, interamente rinnovata, la Sezione di Storia ed Arte Antica, Medievale e Moderna del Museo della Città di Livorno, nel complesso dei Bottini dell’Olio, in piazza del Luogo Pio. Un museo che è stato sede di molte mostre temporanee, tra cui quella dedicata a Amedeo Modigliani, che ora, sotto la direzione scientifica di Paolo Cova, accoglie in allestimento permanente le collezioni civiche antiche, medievali e moderne. Il progetto voluto dal sindaco Luca Salvetti si pone in continuità con l’apertura della Sezione Arte Contemporanea proprio un anno fa, il 28 gennaio 2024.

L’area riservata alle collezioni è quella del cosiddetto «trapezio», parte terminale dell’antico deposito oleario: qui, pur riutilizzando le pannellature e le vetrine del precedente allestimento, è stato aumentato sensibilmente il numero dei manufatti e sono stati ripensati gli apparati didattici, seguendo l’approccio narrativo, proprio degli ultimi decenni che dalle scienze umane si è riflesso in ambito museologico, improntato al concetto di «una Storia, tante storie». L’intento del direttore Cova è infatti non solo valorizzare le opere d’arte in sé, dall’antichità al Gotico fino all’Ottocento, ma tramite queste tradurre lo straordinario incrocio di genti, d’arte, di mestieri e di culture della città voluta dai Medici come crocevia dei traffici commerciali tra Mediterraneo orientale e occidentale e il Nord Europa.

Notevole attenzione quindi alla storia sociale, alle tradizioni, alla tecnica. Livorno è «città poli-nazionale perché qui riescono a ritagliarsi un ruolo di rilievo importanti comunità straniere: ebrei (un’ampia area è infatti dedicata alla Nazione ebraica, allestita insieme alla Comunità Ebraica di Livorno, Ndr), greci, armeni, fiamminghi, olandesi, danesi, inglesi, tedeschi e francesi qui hanno prosperato», spiega Cova. Il museo offre insomma la chiave di lettura di tante testimonianze del passato nella città «ieri come oggi una babilonia di genti e di culture».

Una sala accoglie i manufatti risorgimentali collegando il museo al «Museo Civico Giovanni Fattori» a Villa Mimbelli, dedicato alle collezioni artistiche tra Otto e e primo Novecento. Infine, troviamo l’area ideata in dialogo con Istoreco (Istituto Storico della Resistenza e della Società Contemporanea nella Provincia di Livorno) dove sono poste in rilievo celebri figure femminili e la storia dei musei in città. Il pubblico è ora introdotto alle collezioni permanenti da una piccola mostra temporanea «Entrando al Museo della Città» (realizzata dalla coop Itinera con la collaborazione di Antonella Capitanio) che segue l’evoluzione urbanistica di Livorno, intrecciando storia, arte e cartografia, dalle origini come piccolo borgo fino alla sua affermazione come importante porto del Mediterraneo. Proprio grazie a questo nuovo allestimento, il 12 luglio scorso, iI Museo della Città-Polo culturale dei Bottini dell’olio ha ricevuto, oltre al riconoscimento regionale, l’inserimento nel Sistema Museale Nazionale.

«Il Palio dell’Antenna», di Tommaso Gherardini. Livorno, Museo della Città

Laura Lombardi, 20 dicembre 2024 | © Riproduzione riservata

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