Image

Verifica le date inserite: la data di inizio deve precedere quella di fine

Image

Luigi Busi, Conseguenze di un matrimonio celebrato col solo rito religioso, 1875, collezione privata

Image

Luigi Busi, Conseguenze di un matrimonio celebrato col solo rito religioso, 1875, collezione privata

L’ironia di un elegante realista

Nel bolognese Palazzo d’Accursio la prima retrospettiva su Luigi Busi

Stefano Luppi

Leggi i suoi articoli

È Luigi Busi (Bologna, 1837-84), formazione all’antico Collegio Artistico Venturoli e all’Accademia di Belle Arti di Bologna seguendo i corsi di Clemente Alberi e Napoleone Angiolini e una carriera tutta improntata, nel solco del tradizionale realismo ottocentesco, a ritrarre con pennellate vibranti e con un’attenzione al dettaglio realistico e storico scene di vita borghese e familiare, il pittore protagonista della consueta retrospettiva invernale organizzata dall’associazione Bologna per le Arti a Palazzo D’Accursio.

La mostra «Luigi Busi. L’eleganza del vero 1837-1884», la prima dedicata al pittore nella sua città natale e visitabile dal 28 gennaio al 18 marzo con la cura di Stella Ingino, riunisce una quarantina di opere, accostate a quelle di altri autori importanti per la sua formazione. Busi è un artista interessante quanto sconosciuto, seppur molto ammirato dai contemporanei fin dalla gioventù, tanto da ottenere importanti riconoscimenti, come il Pensionato Angiolini a Roma appena ventenne nel 1858 e la nomina di socio onorario dell’Accademia di Belle Arti di Brera, Bologna e Perugia.

Il percorso espositivo scandisce i periodi dell’artista morto neppure cinquantenne: dalle prime opere realizzate durante il pensionato alle tante eseguite a Bologna, città dove, tra l’altro, decora una sala del Teatro Comunale in collaborazione col pittore Luigi Samoggia nel 1866, la Sala Rossa proprio nel palazzo comunale che ora lo celebra, e dipinge il «Martirio dei santi Vitale e Agricola» (1874) per l’altar maggiore della chiesa dei Santi Vitale e Agricola. In mostra sono esposti anche lavori risalenti agli anni in cui Luigi Busi prese parte all’Esposizione Universale di Parigi del 1867, come «Torquato Tasso e il cardinale Cinzio Aldobrandini nel convento di Sant’Onofrio a Roma» (1863-64) ora alla Pinacoteca Nazionale di Bologna, e a quella di Vienna del 1873.

Tra i dipinti e disegni esposti non mancano pezzi inediti come «Ritratto della famiglia Hercolani» o, al contrario, opere celebri come «Gioie materne», l’ironico «Conseguenze di un matrimonio celebrato col solo rito religioso» del 1875, premio principe di Piemonte e acquistato nello stesso anno da Brera, ma anche «Luigi Nicolò de’ Lapi prima del supplizio» delle Collezioni d’arte della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna e «Via degli Orefici» della Collezione Bnl di Roma. Si fa inoltre riferimento alle grandi commissioni decorative sostenute da Busi, tra cui il Palazzo sede della Banca d’Italia a Firenze, palazzi privati a Imola, dove decorò ad affresco lo scalone di Palazzo Pighini (ora Credito Romagnolo), e la Sala degli Etruschi nel Museo Civico Archeologico di Bologna.

Luigi Busi, Conseguenze di un matrimonio celebrato col solo rito religioso, 1875, collezione privata

Stefano Luppi, 29 gennaio 2018 | © Riproduzione riservata

Altri articoli dell'autore

A Bologna, da Maurizio Nobile Fine Art, opere dal Cinquecento a oggi creano un dialogo suggestivo rifuggendo ogni rigidità cronologica

Ferrara Expo ospita i 3 giorni dell’appuntamento imprescindibile per chi lavora per far rinascere l’arte

L’artista francese presenta al Museo Nivola un’ampia installazione ambientale che unisce pittura, architettura e design, per analizzarne la produzione pittorica dagli anni Ottanta a oggi

A Modena il nuovo intervento del duo californiano nella Palazzina dei Giardini ducali e nel Museo della Figurina, dalla cui collezione si sono lasciati ispirare per la realizzazione della carta da parati

L’ironia di un elegante realista | Stefano Luppi

L’ironia di un elegante realista | Stefano Luppi