«Flippers» di Olivo Barbieri (1977-78) © Olivo Barbieri. Cortesia dell’artista e della Yancey Richardson Gallery, New York

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«Flippers» di Olivo Barbieri (1977-78) © Olivo Barbieri. Cortesia dell’artista e della Yancey Richardson Gallery, New York

L’industria del gioco indagata da Foto/Industria

Bologna apre alla fotografia 11 luoghi del centro storico

Può esistere ancora una cultura del lavoro all’epoca dell’intelligenza artificiale? La risposta, qualunque essa sia, andrebbe costantemente riponderata. E in ogni caso la fotografia, nella sua qualità di «specchio dotato di memoria», potrebbe stimolare la riflessione. In particolare quella industriale, appannaggio dei più importanti obiettivi del XX del XXI secolo al pari della grande fotografia sociale e di reportage.

Un’occasione per immergervisi è senza dubbio offerta dalla sesta edizione di «Foto/Industria», che si tiene a Bologna sino al 26 novembre. Promossa dalla Fondazione MAST, la manifestazione è l’unica biennale al mondo dedicata alla fotografia dell’industria e del lavoro, quest’anno sotto la direzione artistica di Francesco Zanot. Si tratta dell’edizione che celebra il decimo anniversario della Fondazione Mast e che rientra nelle iniziative per i 100 anni della bolognese impresa G.D., al motto di «fare del lavoro una cultura e della cultura un lavoro». Dopo i mondi dell’industria (2013), la filiera (2015), i progetti fotografici d’impresa (2017), il costruire (2019), l’industria alimentare (2021), si è scelto di dedicare l’edizione 2023 al tema dell’industria del gioco, battezzandola «GAME».

Il percorso fotografico è articolato in dodici mostre (undici personali e una collettiva), allestite in undici luoghi del centro storico. Dai giochi per bambini ai luna park, dai casinò ai giochi di ruolo fino ai videogame, il settore ludico ha assunto proporzioni impensate e impensabili, incorporando tematiche di straordinaria rilevanza contemporanea. Tema caleidoscopico, il gioco sarà oggetto di un ampio programma di dibattiti, proiezioni, presentazioni e seminari per il pubblico.

Le dodici mostre di Foto/Industria 2023 accolgono opere della Ecal (École cantonale d’art de Lausanne) e di nomi solidi come Ericka Beckman (Stati Uniti, 1951), Olivo Barbieri (Italia, 1954), Hicham Benohoud (Marocco, 1968), Cécile B. Evans (Stati Uniti/Belgio, 1983), Daniel Faust (Stati Uniti, 1956), Linda Fregni Nagler (Italia, 1976). E poi Raed Yassin (Libano, 1979), Erik Kessels (Olanda, 1966), Danielle “Ebonix” Udogaranya (Regno Unito, 1991), Heinrich Zille (Germania, 1858-1929), Andreas Gursky (Germania, 1955).

Il maestro tedesco del grande formato (e l’autore vivente che ha raggiunto il risultato più alto in asta) è già ospite della Fondazione Mast con la sua prima grande antologica in Italia, «Andreas Gursky. Visual Spaces of Today», visitabile fino al 7 gennaio 2024. Il catalogo della sesta biennale Foto/Industria sarà pubblicato dalla stessa Fondazione Mast, con la prefazione della presidente Isabella Seràgnoli e un testo di approfondimento critico di Francesco Zanot.
 

«Flippers» di Olivo Barbieri (1977-78) © Olivo Barbieri. Cortesia dell’artista e della Yancey Richardson Gallery, New York

«Eden» (2023) di Danielle Udogaranya © The Sims, EA, cortesia dell’artista

Teresa Scarale, 17 ottobre 2023 | © Riproduzione riservata

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