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La Crocefissione di Orazio di Jacopo (particolare)

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La Crocefissione di Orazio di Jacopo (particolare)

L’eco di Caravaggio

In asta da Wannenes lo Pseudo Pier Francesco Fiorentino, Orazio di Jacopo e il Tempesta

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Elena Correggia

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Genova. Dai fondi oro alla pittura del Tardo Quattrocento fiorentino, dal naturalismo napoletano di ispirazione caravaggesca alle rappresentazioni «tenebrose» l’asta di Dipinti antichi e del XIX secolo da Wannenes a Genova, il 5 marzo, si preannuncia varia per temi, epoche e provenienze.

Si fa notare innanzitutto una «Madonna col Bambino e san Giovannino» attribuita allo Pseudo Pier Francesco Fiorentino, autore presente a Firenze nell’ultimo quarto del XV secolo, una tempera su tavola che richiama la maniera di Lippi e Pesellino (stima 50-60mila euro). L’alta epoca è rappresentata anche da una rara tempera e oro su tavola del bolognese Orazio di Jacopo, artista attivo nei primi decenni del ’400 di cui rimangono poche opere e una scarsa documentazione. Si tratta di una dolente «Crocifissione con san Domenico e un devoto» (nella foto), firmata e datata 1442, in cui emergono stilemi propri del Gotico internazionale, evidenti nei volti affilati (8-12mila). A un uso drammatico della luce che richiama il Velázquez giovanile ricorre invece il napoletano Giovan Battista Recco in una natura morta di accentuato e abile realismo (8-12mila).

La luce modella gli oggetti e gli alimenti dipinti in primo piano consentendo una percezione quasi tattile delle superfici. Di Giovan Battista Langetti, esponente di spicco del movimento dei «tenebrosi», è proposto «San Girolamo e l’angelo» (4-7mila), bozzetto definitivo per la pala firmata e custodita al Museum of Art di Cleveland, di cui l’opera in asta riassume pienamente le peculiarità cromatiche e compositive.

Ha una stima di 15-25mila euro l’armonioso «Paesaggio fluviale con cascata e figure» dell’olandese Pieter Mulier detto Il Tempesta, dipinto dalla sapiente costruzione prospettica. Non scontata la presenza di tempere su pergamena di Giovanni Battista Castello detto Il Genovese (1547-1637), uno dei più importanti miniaturisti d’Italia che si formò con Luca Cambiaso. Le 6 pergamene, raffiguranti episodi della Vita della Vergine, sono un esempio della sua produzione matura, con ambientazioni misurate da un elegante classicismo rinascimentale e cromie che esaltano la qualità delle stesure e dei pigmenti (2-3mila ciascuna).
 

Elena Correggia, 02 marzo 2020 | © Riproduzione riservata

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L’eco di Caravaggio | Elena Correggia

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