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Una veduta dell'allestimento della Woolbridge Gallery

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Una veduta dell'allestimento della Woolbridge Gallery

Le trame d’arte della Woolbridge Gallery

Una nuova galleria in un ex lanificio di 33mila metri quadrati di Biella

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Jenny Dogliani

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Un ex lanificio di 33mila metri quadrati, un collezionista biellese, Patrick Saletta, e un gallerista, Jean Le Guyarder. È nata così la Woolbridge Gallery, un «hub culturale» (ma aperto al mercato) che ha inaugurato i primi tre piani con una mostra di 50 artisti internazionali. La galleria sarà completata in due anni con un archivio sul costume e la moda dal ’700 a oggi, una sala multimediale, una biblioteca, un laboratorio per bambini e i Woolbridge Labs, per ospitare artisti, curatori e designer. Il tutto negli ex stabilimenti ottocenteschi della Fabbrica Pria della famiglia Azario, affacciata sul torrente Cervo, poco distante dalla Fondazione Pistoletto-Cittadellarte.

Il nome della galleria omaggia la tradizione tessile di Biella. In mostra, opere di Robert Rauschenberg, Carol Rama e Richard Jackson. Poi le neoavanguardie italiane con Lucio Fontana, Mario Schifano e Mimmo Rotella.

Il percorso include 30 fotografie di Guy Bourdin sui mutamenti del ruolo della donna e dei canoni della bellezza femminile e opere recenti di Chloé Wise, Liu Wei, Aurélie Pétrel, Morgane Tschiember, Yang Liming e dei colleghi di origine biellese: Marco Veronese, artista digitale, fotografo, scultore, performer e scrittore, e Daniele Basso, noto per i suoi lavori in acciaio lucido specchiato (nella foto, una veduta dell’allestimento).

Una veduta dell'allestimento della Woolbridge Gallery

Jenny Dogliani, 30 novembre 2020 | © Riproduzione riservata

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Le trame d’arte della Woolbridge Gallery | Jenny Dogliani

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