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Tutto ebbe inizio il 21 gennaio 1277, quando Ottone Visconti, arcivescovo di Milano e condottiero, sconfisse a Desio il nemico Napo della Torre (o Torriani) e poté rientrare trionfalmente in Milano dopo l’esilio. Di lì a poco i Visconti commissionarono a un ignoto ma ottimo pittore un ciclo di affreschi che celebrassero quella vittoria. Gli affidarono una grande sala rettangolare della Rocca di Angera, poi detta «della Giustizia», bipartita da un arco acuto e scandita da sei campate con bifore che l’artista, detto in seguito Maestro di Angera, articolò in tre registri sovrapposti, divisi da fasce ornamentali (una su un raro fondo nero). Nel più alto, dove si trovano le lunette, raffigurò i pianeti affiancati da coppie di segni zodiacali, come allora usava, mentre in quello mediano sviluppò la storia, gustosissima per i dettagli curiosi che vi si leggono, delle gesta di Ottone, connesse ai segni zodiacali sovrastanti: anticipò così un’usanza poi diffusa nel Tre e Quattrocento ma allora inedita. La terza fascia è decorata con un motivo geometrico e le volte a crociera, cordonate, sono accese da una decorazione tuttora vividissima che sembra evocare i più sontuosi tessuti del tempo. Su una delle pareti lunghe molto è andato perduto, sebbene proprio durante la nostra visita una figura sia affiorata sotto i precisi colpi di bisturi di una restauratrice, ma nelle tre pareti ancora quasi interamente leggibili, spiega Carlotta Beccaria, la restauratrice a cui i principi Borromeo (casata che possiede la Rocca dal 1449) hanno affidato il restauro, «le superfici dipinte mostrano uno stato conservativo tutt’altro che precario, sebbene si notino piccoli distacchi. In realtà, ciò che più disturba è la disomogeneità provocata dai numerosi interventi successivi, con lavorazioni e coloriture differenti e non idonee per costituzione e morfologia. Dopo la revisione dei distacchi, stiamo quindi provvedendo a un lavoro di “ricucitura”, che prevede la rimozione delle vecchie stuccature, la posa di una malta il più simile possibile all’intonaco originario e l’integrazione pittorica, ma solo ove necessaria per una lettura d’insieme più armonica».
Diretto da Isabella Marelli della Soprintendenza milanese, il restauro si concluderà entro il 20 marzo, giorno della riapertura al pubblico della Rocca di Angera.

Un particolare degli affreschi della Sala della Giustizia nella Rocca di Angera
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