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Anna Somers Cocks
Leggi i suoi articoli«Ce l’abbiamo fatta!»: questo il messaggio arivato poco fa nel nostro ufficio. Le opere destinate alla mostra «Nell’occhio del ciclone. Avanguardia in Ucraina 1900-1930», che sarà inaugurata il 29 novembre (fino al 30 aprile) a Madrid presso il Museo Nacional Thyssen-Bornemisza, sono ora al sicuro fuori dalla zona di guerra e in territorio comunitario.
In un messaggio di martedì si leggeva: «Due camion hanno lasciato Kiev. Yulia Lytvynets, la direttrice del Museo Nazionale d’Arte dell’Ucraina (Namu), è andata a casa per riposare dopo tre giorni di imballaggio e spedizioni, ma non ha potuto farlo a lungo: alle 14.00 sono iniziati i bombardamenti russi e la casa accanto alla sua è stata colpita direttamente».
Questa mattina, invece, il messaggio di Konstantin Akinsha, uno dei due curatori della mostra, recita: «Dopo un giorno passato sulle strade ucraine, con il Paese sotto il più grande attacco missilistico dall’inizio della guerra, e una notte al confine polacco chiuso dopo l’esplosione del missile nel villaggio vicino [in territorio polacco], i due camion con i capolavori del Museo Nazionale dell’Ucraina hanno attraversato l’Unione Europea. Ora sono in viaggio verso Madrid! Sono grato ai curatori del museo, agli autisti, alle guardie militari e ai diplomatici che hanno reso possibile tutto questo».
La mostra, voliuta fortemente dall’ambasciatore ucraino a Madrid Serhii Pohoreltsev, farà conoscere all’occidente le opere più importanti dei modernisti ucraini presenti al Namu e al Museo Statale di Teatro, Musica e Cinema, come Mykhailo Boichuk e Anatoi Petrytski, insieme a dipinti di artisti che hanno avuto forti legami con l’Ucraina, tra cui Malevic, Sonia Delaunay e El Lissitsky.

Un particolare di «Accarezzando le seghe» (1927) di Oleksandr Bohamazov, attualmente in trasporto verso Madrid
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