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Sala II della Galleria delle sculture del Museo di Castelvecchio a Verona allestita da Carlo Scarpa

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Sala II della Galleria delle sculture del Museo di Castelvecchio a Verona allestita da Carlo Scarpa

L’architettura deve ritrovare l’arte

Gianluca Peluffo è un architetto di fama internazionale, ora autore di un libro nel quale tocca temi intensi quali il rapporto tra lo spazio, il paesaggio e il cittadino

Fabrizio Fragomeli

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Gianluca Peluffo è un architetto di fama internazionale, ora autore di un libro nel quale tocca temi intensi quali il rapporto tra lo spazio, il paesaggio e il cittadino, rapporto che avviene tramite un atto (il costruito) allo stesso tempo pubblico e spirituale. Il suo testo si propone come manifesto di una rivoluzione intellettuale, architettonica, estetica e poetica attraverso la quale l’architettura dovrebbe tornare a provocare, come l’opera d’arte (e come accadeva nel teatro greco antico), una catarsi che permetta agli umani di riconoscersi e migliorarsi. In questo modo la dualità tra architettura e uomo potrà trovare nuove basi per una convivenza sociale e civile, politica ed estetica, in un mondo più armonioso e giusto.

Che cosa l’ha spinto a scrivere un libro così provocatorio?
Era da tempo che volevo farlo. Avrei voluto scrivere tre libri, ma alla fine ho preferito concentrarmi su Il giuramento di Pan, inserendo dentro a quest’opera tutti i concetti a me più cari. Sentivo l’esigenza di dare una nuova spinta alla visione dell’architettura contemporanea e di come, oggi più che mai, l’arte e l’architettura abbiano il bisogno di riavvicinarsi e ritrovarsi, come già erano nel passato.

Si rende conto di aver scritto un libro complesso e di non facile lettura?
Sì, certo, ma non c’è bisogno di capirlo e comprenderlo tutto. L’importante è assorbirne l’essenza, perché è un modo di vedere il mondo e il paesaggio che ci circonda attraverso l’architettura, riconoscendo di conseguenza l’identità originaria del paesaggio nazionale attraverso la rilettura dei miti, degli archetipi e dei principi dell’arte sulla quale si è fondata la cultura italiana.

Che cosa possono fare oggi i giovani architetti per comprendere quale sia la direzione corretta da seguire nel loro lavoro?
In primo luogo devono rileggere e approfondire i maestri dell’architettura italiana quali Luigi Moretti, Giovanni Michelucci e Lina Bo Bardi. Ma soprattutto bisogna cominciare a lavorare nuovamente spalla a spalla con i critici d’arte, i veri detentori del bagaglio storico, culturale, artistico italiano nella forma e nel linguaggio.

Una visione diversa dell’architettura, un punto di vista antico e al tempo stesso innovativo. La lettura è da consigliare a tutti coloro che si interessano o si vogliono avviare a studi su questo argomento, l’inizio di un cammino di riflessione per una nuova architettura.

Il giuramento di Pan. Per una fratellanza estetico-politica in architettura,
di Gianluca Peluffo, 160 pp. ill. b/n, Marsilio Editori, Venezia 2021, € 12,50

Sala II della Galleria delle sculture del Museo di Castelvecchio a Verona allestita da Carlo Scarpa

Fabrizio Fragomeli, 28 maggio 2022 | © Riproduzione riservata

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