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CENTRALE IDROELETTRICA DI VERAMPIO Crodo (VB), frazione Verampio 1912-1917, 1930

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CENTRALE IDROELETTRICA DI VERAMPIO Crodo (VB), frazione Verampio 1912-1917, 1930

Piero Portaluppi, architetto dalle 25 carriere in 6 capitoli

Un libro fondamentale, con splendide fotografie, ricostruisce l’opera e la vita uno dei più grandi progettisti italiani della prima metà del Novecento

Fabrizio Fragomeli

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Un volume, curato da Piero Maranghi, celebra l’architetto Piero Portaluppi e ne risarcisce la figura storica, acclamata negli anni Trenta, ma in seguito discussa e poi lungamente dimenticata nel dopoguerra. Realizzato in collaborazione con la Fondazione Piero Portaluppi, il testo è impreziosito da un magnifico apparato fotografico con immagini a colori di Ciro Frank Schiappa. L’esaustiva monografia, che presenta Portaluppi come personaggio emblematico della cultura architettonica milanese e italiana del Novecento, è suddivisa in sei capitoli.

Nel primo «Paolo Portoghesi incontra Piero Portaluppi» è pubblicata la lectio magistralis tenuta il 10 Aprile 2018, nella Basilica di Santa Maria delle Grazie a Milano da Paolo Portoghesi. Si tratta di un saggio che inquadra la figura dell’architetto milanese inserendola nel contesto cittadino e italiano degli anni Venti analizzandone lo stile attraverso l’evoluzione della sua carriera e del suo pensiero artistico dagli inizi sino alla fine della sua vita. Paolo Portoghesi, inoltre, si sofferma sulle visioni e sulle idee dell’architettura pubblica e privata di Portaluppi, descrivendo il percorso di un architetto che era convinto assertore di un modernismo liberale, ecletticamente aperto alle sperimentazioni più ardite, ma non animato da intenzioni rivoluzionarie o di palingenesi.

Il secondo capitolo («Mio nonno») è dedicato ai ricordi privati dell’architetto Piero Castellini, nipote di Piero Portaluppi, intervistato dal regista Luca Guadagnino. Emerge qui il lato umano della sua figura, attraverso la descrizione del rapporto con la figlia e, in seguito, con il nipote, in una condivisione di intensi affetti reciproci e passioni per l’arte, l’architettura e il collezionismo. L’intervista affronta anche temi sociali e politici che ancora ardono sotto le ceneri della storia e va a toccare fatti profondi e tragici come la morte in guerra del figlio Tuccio: un episodio che segnerà la vita di Portaluppi, gettandolo nello sconforto più profondo. A questo dramma privato si assocerà, nell’immediato dopoguerra, il tentativo di attuare un procedimento di epurazione dall’insegnamento universitario e dall’albo professionale con l’accusa di aver aderito al partito fascista (ma in quel tempo vi aderirono la maggior parte degli italiani). Da queste accuse sarà comunque pienamente prosciolto tra la fine del 1945 e il 1946 con reintegro nella carica di preside della Facoltà di architettura.

Con il terzo capitolo «Portaluppi oggi», si squaderna la superba raccolta delle immagini fotografiche di Schiappa dedicate a testimoniare visivamente tutte le architetture di Piero Portaluppi. Le immagini evidenziano tutta la portata storica e artistica del pensiero progettuale di un geniale architetto, al contempo eclettico e modernissimo, specchio perfetto di una visione altoborghese del vivere, che ha cambiato con i suoi progetti, i suoi edifici, i suoi interni, il volto di Milano. Nelle sue invenzioni audaci per alcune nuove centrali elettriche che stavano sorgendo al tempo in tutta la Lombardia, si coglie il tentativo di esprimere quasi visivamente l’idea dell’elettricità e la sua energia, con disegni di una serie di forme simboliche quali sagome triangolari, linee a tratti spezzate, elementi a zigzag e giochi di vibrazioni cromatiche. Sono tutti elementi che ritroviamo, ad esempio, nella centrale idroelettrica di Cadarese, in quella di Vaprio d’Adda e in quella di Crevola, ma che contraddistinguono anche moltissime delle architetture urbane e residenziali come il Palazzo della società Buonarroti-Carpaccio-Giotto, l’edificio Ras, o l’interno di casa Radici-Di Stefano. Attraverso l’obiettivo del fotografo si possono ammirare anche capolavori architettonici oggi profondamente rivalutati in tutta la loro densità intellettuale, come gli interni di case private del ceto imprenditoriale milanese: la Casa degli Atellani, Villa Campiglio, Villa Alberto Zanoletti, Villa Belloni e infine Casa Corbellini-Wassermann.ù

Jacopo Ghilardotti è l’autore del quarto capitolo del libro: «Eclettiche manie. Vite e carriere di Piero Portaluppi», dedicato alle numerose sfumature professionali e agli interessi culturali che ne hanno caratterizzato la vita. «Don Pedro Puerta Lopez», come egli stesso ironicamente si autodefiniva e si firmava, amava descriversi infatti come «uomo dalle venticinque carriere»: vignettista, viaggiatore, collezionista. Fu anche preside della facoltà di Architettura di Milano, nella quale si era laureato nel 1910 vincendo la medaglia d’oro come migliore allievo e diventando subito dopo assistente del suo professore e maestro Gaetano Moretti. Insieme all’amico e ingegnere Marco Semenza vince nel 1926 il concorso per il nuovo piano regolatore della città di Milano con un progetto dal titolo singolare e programmatico: «Ciò per amor», posizionandosi al primo posto nonostante le critiche dell'allora dominus dell’architettura e dell’urbanistica italiana Marcello Piacentini.

Il libro si chiude con i due capitoli: «Archivi e architettura. Viste e visioni», inteso come assetto patrimoniale ed eredità culturale lasciata dall’architetto e un indispensabile «Regesto aggiornato delle opere e bibliografia» (a cura di Ferruccio Luppi, conservatore della Fondazione Piero Portaluppi) elaborato seguendo il registro dello studio che copre l’attività professionale compresa tra il 1910 e 1966, riportando 877 voci numerate progressivamente per ogni incarico, descrivendone anno e mese del ricevimento, ore di lavoro svolte e compenso ricevuto. Un volume prezioso, dunque, non solo per gli amanti dell’architettura della prima metà del Novecento, ma per tutti coloro che vogliono guardare con oggettività a un periodo storico spesso ingiustamente bistrattato, ma che ha invece ancora molte figure e opere da rivalutare e molte vicende da narrare.

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Piero Portaluppi, a cura di Piero Maranghi, fotografie di Ciro Frank Schiappa, 400 pp, 368 ill. a colori, edizione bilingue, italiano/inglese, traduzione in inglese di Jeffrey Jennings, Skira, Milano 2023, € 90

Fabrizio Fragomeli, 12 luglio 2023 | © Riproduzione riservata

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