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La chiesa di Sant'Agostino a Rimini

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La chiesa di Sant'Agostino a Rimini

L'altissima pittura riminese del Trecento

Gli affreschi di Sant'Agostino a Rimini nel libro di Alessandro Giovanardi curato da Daniele Benati con le foto di Gilberto Urbinati

Donatella Biagi Maino

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Uno dei pregi di questo sontuoso volume da sottolineare sin da subito è la straordinaria campagna fotografica che si deve a Gilberto Urbinati, che con passione ha documentato ogni dettaglio del ciclo di affreschi della chiesa riminese di Sant’Agostino, capitolo fondamentale della storia dell’arte all’epoca di Giotto.

Come scrive in apertura Antonio Paolucci, «il grande fotografo deve saper guardare l’opera d’arte con occhio insieme speculativo ed empatico», ed è ciò che Urbinati ha saputo fare, dando immagine «alla specificità stilistica dell’opera» e insieme trasmettendone «il valore poetico».

Ogni frame della maestosa opera di Giovanni da Rimini, artista grandissimo sul quale scrive il curatore del volume, Daniele Benati, è interpretato appunto secondo il duplice registro indicato da Paolucci, a proporre una lettura dell’opera che il testo di Alessandro Giovanardi spiega secondo un’esegesi puntualissima quanto innovativa delle valenze iconologiche e teologiche dei singoli episodi, dei molti personaggi con i quali l’artista, all’aprirsi del XIV, secolo diede espressione alla «densità del pensiero teologico» comprendendola nel «compatto simbolismo visivo» necessario.

Cito, ad esempio, la coinvolgente lettura della decorazione della cappella dedicata a Maria, opera certa del grande riminese, a proposito della quale Carlo Volpe nel lontano 1965 in un testo fondamentale, La pittura riminese del Trecento, sottolineava il «calmo dominio nella rappresentazione degli episodi sacri», le «sottili escogitazioni per sposare l’antico e il nuovo e per restituire la venatura esoterica della sostanza sacramentare di ciò che si narra alla perspicuità formale»: Giovanardi ci rende consapevoli di ogni simbolo teologico con una lettura serrata del particolare che rende ragione di ogni gesto, ogni sottile sfumatura, espressione di concetti alti: il lavacro del piccolo Gesù che è topos che torna nell’arte macedone come in quella bolognese del secolo e che incanta per la tenerezza espressa dal gesto della Vergine che immergendo appena le dita nell’acqua ne saggia la temperatura è «anticipo del battesimo e della discesa agli inferi», prova dunque superba della liturgia cosmica tradotta in altissima pittura dal grande riminese.

Il Trecento riscoperto. Gli affreschi della Chiesa di Sant’Agostino a Rimini, di Alessandro Giovanardi, a cura di Daniele Benati, 256 pp., 166 tav. col., ill. b/n, Silvana, Cinisello Balsamo 2019, € 45,00

La chiesa di Sant'Agostino a Rimini

Donatella Biagi Maino, 29 novembre 2019 | © Riproduzione riservata

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L'altissima pittura riminese del Trecento | Donatella Biagi Maino

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