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Luana De Micco
Leggi i suoi articoliLo stilista (Arles, 1951), che si è già lanciato nella creazione di costumi per il teatro e ha rivestito di colori shock gli interni dei treni ad alta velocità francesi, ora si confronta con un’istituzione museale.
L’artista fa dialogare le porcellane di Meissen e il busto del maresciallo di Lowendal scolpito da Jean-Baptiste II Lemoine con le installazioni, le fotografie e gli oggetti di design di 40 artisti contemporanei. «Lumières: carte blanche à Christian Lacroix», che si tiene fino al 19 aprile, è però più di una classica mostra temporanea: «Il percorso è stato concepito per andare al di là dei limiti cronologici della mostra e per integrare diversi temi nei futuri spazi permanenti del museo», ha spiegato la direttrice, Rose-Marie Mousseaux.
Il museo fu aperto nel 1929 e porta il nome dei filantropi Ernest Cognacq e Marie-Louise Jay, fondatori dei grandi magazzini La Samaritaine e appassionati del Secolo dei Lumi. Alla loro morte, i due, non avendo figli, decisero di lasciare la loro collezione d’arte allo Stato francese. Vi spiccano il «Retour de chasse de Diane» di François Boucher e «Perrette et le pot au lait» di Jean-Honoré Fragonard. Ma anche opere di Canaletto, Guardi e il celebre «Banchetto di Cleopatra» di Tiepolo. Nel 1990 il museo fu trasferito nell’elegante hôtel Donon, dove si trova tuttora.
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