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La prima Biennale dopo Trump

Al Whitney Museum gli Usa si interrogheranno su se stessi

La formazione del sé e il posto che ognuno di noi occupa in una società scossa da turbolenze sociali, economiche e politiche: è la questione su cui si articoleranno le opere dei 63 artisti selezionati per l’edizione 2017 della Whitney Biennial che sarà aperta dal 17 marzo all’11 giugno a New York.

La mostra sarà forse un’involontaria prima risposta al nuovo assetto dell’era Trump? Basta scorrere la lista degli artisti invitati dal curatore associato del museo Christopher Y. Lew e dalla curatrice indipendente Mia Locks per farsi un’idea. L’attuale stato dell’arte americana sarà ancora una volta il prodotto di una nazione nella nazione, fatta di artisti di ogni età e provenienza, alcuni già parte integrante della storia artistica americana, come Jo Baer o Larry Bell, altri nuovi talenti rintracciati dai curatori nella loro ricognizione attraverso il Paese.

All’incrocio tra individuo e società il panorama è un coacervo di modalità espressive (video e tecnologia inclusi), di culture e di storie che vanno dagli artisti che lavorano in collettivo come Postcommodity, Occupy Museums o GCC, alla folta rappresentanza di artisti nati al di fuori degli Stati Uniti, ad esempio Basma Alsharif (Kuwait City), Kaya (Kerstin Brätsch, Amburgo), An-My Lê (Ho Chi Minh City), Tala Madani (Teheran), Ulrike Müller (Brixlegg, Austria), Tuan Andrew Nguyen (Saigon), Raúl de Nieves (Morelia, Mexico), Aliza Nisenbaum (Mexico City), Anicka Yi (Seul).

Scott Rothkopf, curatore capo e vicedirettore per i programmi del Whitney, ha dichiarato che la Whitney Biennial 2017 non potrà che indirizzarsi anche alla domanda su «chi siamo come nazione». L’evidenza della pluralità delle proposte, attraverso pittura, scultura, disegno, installazione, film e video, fotografia, attivismo, performance, musica e anche videogame design, farà il resto.

Anna Costantini, 17 dicembre 2016 | © Riproduzione riservata

La prima Biennale dopo Trump | Anna Costantini

La prima Biennale dopo Trump | Anna Costantini