Elena Correggia
Leggi i suoi articoliLe straordinarie collezioni di Paul Allen tornano sotto i riflettori. Dopo il record ineguagliato di ben 1,6 miliardi di dollari ottenuti nel novembre 2022 dalla raccolta d’arte museale del co-fondatore di Microsoft, il lascito Allen fa nuovamente parlare di sé. Questa volta ad andare all’incanto sono alcuni pezzi storici dell’informatica delle origini, accanto ad alcuni documenti scientifici che saranno dispersi da Christie’s a New York il 10 settembre. Con il titolo «Pushing Boundaries», l’asta racconta alcune conquiste salienti della scienza e della moderna tecnologia, testimoniando al contempo lo spirito visionario e la capacità di «superare i limiti» della conoscenza che ha sempre ispirato l’attività di Allen come imprenditore. Fra i lotti di punta spicca una lettera del 1939 di Albert Einstein al presidente Roosevelt che segna di fatto l’inizio dell’era nucleare. Nella missiva lo scienziato cita gli efficaci esperimenti della Germania per produrre una reazione a catena nucleare con il potenziale per «la costruzione di bombe estremamente potenti» (la stima è 4-6 milioni di dollari). Saranno apprezzati dagli appassionati di «archeologia informatica» alcune pietre miliari della rivoluzione tecnologica del nostro tempo. Fra questi la collezione di Allen comprendeva anche pezzi storici della concorrenza.
È il caso di un computer Apple-1 del 1976, proveniente dall’ufficio di Steve Jobs (500-800mila): il primo personal computer della storia venduto con scheda madre assemblata. Un esemplare simile, uno dei primi 50 che Steve Wozniak costruì nell’estate del 1976 nel garage di Steve Jobs, ha raggiunto la cifra record di 905mila dollari, da Bonhams a New York nell’ottobre del 2014, acquistato dall’Henry Ford Museum. Di Steve Jobs, all’epoca diciannovenne, in asta sono proposte anche due lettere dattiloscritte di cui una annotata a mano e firmata due volte (le lettere da lui firmate sono molto rare) contenente le istruzioni a un rivenditore per la vendita dell’Apple-1 (50-80mila). Finanziatore di imprese come la scoperta di relitti della seconda guerra mondiale, Allen possedeva anche una delle più rare macchine Enigma, prodotte dai tedeschi durante la guerra per la loro Marina militare e utilizzate per cifrare e decifrare messaggi, qui presentata con una valutazione di 250-350mila dollari. Ma per accaparrarsi un frammento di storia dell’elettronica non serve necessariamente sborsare un patrimonio. Bastano, ad esempio, poche decine di migliaia di dollari per avvicinare una potente macchina Ibm, il sistema 360 modello 91, che venne utilizzato per calcoli e comunicazioni al Goddard Space Flight Center della Nasa (40-60mila).
Interessante, anche come pezzo di modernariato pop da arredo, è poi il videogioco di Pac-Man con tanto di cabina del 1980, l’anno in cui il gioco fu pubblicato dalla società giapponese Namco (2-3mila dollari). Proprio il mondo dei videogame può riservare exploit per i titoli più rari. Ottimi affari, e non solo un ottimo gioco, ha concluso chi, nel 2021, ha venduto una cartuccia sigillata della prima avventura in 3D di Super Mario, per Nintendo 64 del 1996, da Heritage auctions totalizzando ben 1,3 milioni di euro. Le collezioni Allen sono infine al centro di altri due incanti, organizzati da Christie's solo online fino al 12 settembre. L’alba dell’era computazionale è celebrata in «The history of computing», con pezzi da intenditori come il supercomputer DEC-PDP: KI-10 (stima 30-50mila dollari), un computer del 1971 che sia Allen sia Bill Gates utilizzarono prima di fondare Microsoft, mentre «Over the Horizon» illustra come artisti del XX secolo hanno immaginato il futuro dei viaggi interplanetari, fra cui Chesley Bonestell e Robert T. Mccall.
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