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Sergio Fermariello, «Guerrieri», 2008

Opera donata all’Università dall’artista nel 2013

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Sergio Fermariello, «Guerrieri», 2008

Opera donata all’Università dall’artista nel 2013

La nuova edizione della Bocconi Art Gallery

Dal 2 ottobre a Milano e da novembre a Roma, l’Università Bocconi apre i suoi spazi all’arte: in mostra opere di artisti internazionali con tanto di coinvolgimento attivo degli studenti

Con la nuova edizione della Bocconi Art Gallery (BAG), progetto culturale dell’ateneo milanese che dal 2009 prevede l’inedita incursione dell’arte contemporanea nel contesto accademico, l’Università Bocconi rinnova il suo impegno nel fare della cultura visiva un elemento strutturale del proprio progetto educativo e identitario. A partire dal 2 ottobre a Milano e, successivamente, a Roma con un evento previsto nel mese di novembre, il percorso della BAG, che comprende più di una settantina di artisti, non smette di evolversi. «Il dialogo tra arte e architettura prende forma anche dalla bellezza degli edifici dell’Università che ne sono coinvolti: dalla sede storica di Sarfatti25, progettata da Giuseppe Pagano, all’edificio di Röntgen1 dello studio Grafton Architect, ai più recenti edifici dello studio Sanaa», si legge nel catalogo che riporta gli scatti dei lavori esposti. Gli autori coinvolti nel percorso esposito, progressivamente esteso a cinque aree del campus e con opere di proprietà dell’Ateneo (riconoscibili tramite QR code) e altre in prestito, sono assai eterogenei, quanto a generazione e media utilizzati. Tra questi spiccano gli «storicizzati» Arnaldo Pomodoro, scultore noto per le sue grandi plastiche in bronzo, Enrico Castellani, figura chiave dell’arte concettuale, Dadamaino, importante esponente dell’avanguardia milanese, François Morellet, maestro dell’arte astratta e concettuale francese, Richard Long, artista britannico legato alla Land art, Niele Toroni, svizzero legato alla pratica della pittura sistematica, David Tremlett, inglese, conosciuto per i wall drawings e le installazioni site-specific in tutto il mondo, lo scultore tedesco Ulrich Rückriem, Michel Verjux, francese, i cui interventi luminosi sono ambientati in spazi pubblici e museali, Alessandro Mendini, architetto e designer di fama mondiale legato al postmodernismo e al design radicale italiano, Elio Marchegiani, nome storico nel campo dell’arte cinetica e concettuale, Emilio Isgrò, famoso per le sue cancellature, Grazia Varisco, importante esponente dell’Arte cinetica e membro del Gruppo T, Gianni Colombo, maestro dell’Arte programmata e cinetica italiana, solo per citarne alcuni ampiamente riconosciuti. Accanto a loro trovano spazio anche generazioni più recenti, come Massimo Kaufmann, Luca Pancrazzi, Francesco Candeloro, Nadia Fanelli, Andrea Zucchi ma anche il famoso artista cinese, soprannominato «l’uomo invisibile», Liu Bolin.

 

 

Arnaldo Pomodoro, Colonna, 1981-82. Opera donata all’Università da Giuseppe Diana

Liu Bolin, «Bocconi University, Milano», 2019. Courtesy Boxart Galleria d’Arte, Verona

Pensata fin dal 2005 come uno spazio di relazione tra arte contemporanea e saperi economici, la Bocconi Art Gallery è una delle più riuscite iniziative italiane di questo genere, che ha costruito nel tempo una narrazione coerente, capace di coniugare rigore e apertura. Il progetto è nato dall’intuizione di Severino Salvemini, professore e intellettuale che ha sempre creduto nel ruolo trasformativo dell’arte nei contesti dell’impresa, della formazione e della vita collettiva, con il sostegno del Conte Giuseppe Panza di Biumo, collezionista visionario e instancabile promotore di un’arte capace di parlare all’individuo.

 

Massimo Kaufmann, «Clinamen», 2013. Opera donata all’Università Bocconi da Herno spa nel 2014

Andrea Zucchi, «Dubium Sapientiae Initium», 2022. Prestito dell’artista

La BAG si presenta quindi come un dispositivo culturale e in quest’ottica, l’edizione 2025 si distingue per due elementi di rinnovamento sostanziale: l’ingresso di una figura curatoriale riconosciuta, Anna Bernardini, già direttrice di Villa Panza, e il coinvolgimento diretto degli allievi della Bocconi nella mediazione delle opere esposte. Se da un lato Bernardini porta una visione curatoriale matura, capace di dialogare con lo spirito del luogo, dall’altro lato la partecipazione studentesca segna un cambio di passo verso una fruizione più consapevole e partecipata. Le opere, provenienti da collezioni private e gallerie internazionali, abitano, come ogni anno, gli spazi dell’ateneo milanese, aule, corridoi, cortili, creando una relazione intima e sorprendente con la quotidianità della vita universitaria. A Roma, sarà invece l’artista Sidival Fila, nella cui ricerca sono impiegati tessuti antichi, a interpretare l’identità della sede della SDA Bocconi School of Management, portando nella capitale un tassello essenziale del «discorso» BAG. La scelta di articolare la mostra su due sedi e due città sottolinea la volontà di estendere il dialogo tra arte, educazione e impresa, mettendo in relazione contesti e pubblici diversi. E se, come sosteneva Panza, una collezione non è un semplice assembramento di opere ma un insieme di esperienze da vivere e condividere, la Bocconi Art Gallery si conferma, anno dopo anno, fedele a questa visione in quanto mostra viva, in movimento, nonché laboratorio permanente aperto all’esterno e attraversato dall’energia potentissima delle immagini.

 

Gianni Colombo, «Spazio curvo», 1992. Courtesy A arte Invernizzi, Milano and / e Associazione Culturale Amici di Morterone

Mauro Staccioli, «Scultura ‘96», 1996. Courtesy A arte Invernizzi, Milano and / e Associazione Culturale Amici di Morterone

Monica Trigona, 11 settembre 2025 | © Riproduzione riservata

La nuova edizione della Bocconi Art Gallery | Monica Trigona

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