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Luisa Cerri
Leggi i suoi articoliDal 10 maggio all’8 agosto la mostra «Humanitas. La forza dell’amore», a cura di Laura Speranza e allestita nel complesso della Basilica di San Lorenzo, a Firenze, riunisce alcune opere dello scultore Andrea Roggi (Castiglion Fiorentino, 1962), tra cui «L’energia della Conoscenza», concepita proprio per l’occasione. Il messaggio che emana dalle opere di Roggi è particolarmente consono al luogo che le ospita, trattandosi, in diverse forme, di inviti alla pace e alla solidarietà tra gli esseri viventi.
La cifra di Roggi, che espone le sue opere anche fuori dall’Europa, è quella di fondere l’elemento della natura con quello umano: membra di corpi che si abbracciano e che diventano fronde, foglie dorate da cui si sprigiona energia vitale, come in quell’«Albero della pace» con le radici immerse nel globo terrestre e il tronco costituito da corpi umani, che nel 2021 è stato collocato nel luogo in cui, nel 1993, esplose la bomba ai Georgofili, per commemorare le vittime. Connubio di materia e spirito, l’«Albero della vita» è tema ricorrente nei lavori dell’artista toscano, realizzati grazie a una tecnica da lui stesso inventata e brevettata, la fusione dinamica, che rende possibile la sospensione della materia, sfidando le leggi della fisica.
Nel chiostro piccolo della Basilica di San Lorenzo è la prima statua bronzea, antropomorfa, realizzata da Roggi negli anni Ottanta, «Atman», con la tecnica della fusione a cera persa, inizio di un percorso che lo porterà a ottenere una gran varietà di effetti materici, unendo la fusione tradizionale con la microfusione e la fusione dinamica. Quattro grandi bronzi fronteggiano la facciata non finita e la fiancata della chiesa brunelleschiana, mentre altre quattro opere sono collocate nel grande chiostro in dialogo con il rigore dell’architettura rinascimentale, ma anche con il verde della vegetazione del chiostro, al cui centro è proprio un albero di arancio. Simbolo di vita e di connessione, ulivo o cipresso con precisi rimandi al volto del paesaggio toscano, l’albero di Roggi si pone anche nel solco della tradizione pittorica antica e moderna, da Beato Angelico a Leonardo, da Paolo Uccello a Ottone Rosai e Ardengo Soffici.
Ma oltre agli alberi, ci sono figure umane, che danzano sospese nell’aria come in «Famiglia in volo», mentre un abbraccio di pace verso l’umanità intera, a prescindere dai luoghi di origine, è evocato dal globo terrestre, realizzato a traforo, con girotondi di persone, bambini, uomini e donne, modellati a tutto tondo. Il titolo «Imagine all the people», dalla mitica canzone di John Lennon, è un invito a riflettere quanto le differenze tra gli individui del pianeta possano, anzi debbano portare forza e non divisione, spingerci a sentirci parte di una comunità più grande. La genesi delle opere, dal disegno alla modellazione in creta fino alla fusione della lega metallica e alla rifinitura, è ben illustrata nel catalogo, edito da Giunti.

Andrea Roggi, «Famiglia in volo», 2014