Verifica le date inserite: la data di inizio deve precedere quella di fine
Luana De Micco
Leggi i suoi articoliParigi. Le cupole dorate a bulbo della nuova chiesa ortodossa russa di Parigi svettano a 36 metri di altezza sul lungo Senna, all’ombra della Tour Eiffel. Il centro spirituale e culturale voluto dal presidente Putin, la cui costruzione era iniziata nel 2014, è stato inaugurato ieri. Sin dall’inizio il cantiere è stato accompagnato da polemiche di varia natura e adesso che si è concluso è finito al centro della crisi diplomatica, con sullo sfondo la guerra in Siria, che ha gettato il gelo tra Mosca e Parigi.
Attesi in un primo tempo per l’apertura, né il presidente russo né il presidente francese François Hollande erano presenti.
Nella vicenda questioni architettoniche e politiche si incrociano. Nel 2007 l’ex presidente Nicolas Sarkozy aveva autorizzato la Russia ad acquistare il prestigioso terreno sul quai Branly, nello stesso posto dove l’Arabia Saudita aveva proposto di costruire una moschea. Il primo progetto dell’architetto spagnolo Manuel Núñez Yanowsky era mastodontico e prevedeva dei giganteschi bulbi dorati, lucidi e brillanti. L’ex sindaco di Parigi, Bertrand Delanoë, mise allora il veto: la chiesa avrebbe oscurato la vicina Tour Eiffel.
Un nuovo progetto dell’architetto francese Jean-Michel Wilmotte, che aveva già avuto modo di lavorare a Mosca, mise tutti d’accordo: avrebbe costruito usando la pietra di Borgogna, la stessa dei palazzi vicini, ridotto l’altezza delle cupole e, per farle spiccare meno, reso opaca la loro doratura. Nel dicembre 2013, la Russia fece pressioni e ottenne il permesso di abbattere l’ex edificio di Méteo France e costruire su un terreno di 8mila quadrati sul quai Branly, patrimonio dell’Unesco. Gli edifici sono quattro, oltre alla cattedrale ortodossa della Santissima Trinità, un centro culturale, con due sale di esposizione, un centro amministrativo e un polo educativo, con atelier, biblioteca e un auditorium di 200 posti. Spesa complessiva, circa 170 milioni di euro. «Era essenziale fare un progetto parigino e non caricaturale, ha osservato Jean-Michel Wilmotte, nel rispetto dei canoni dell’architettura tradizionale ortodossa».
Per gli edifici si alternano strati di pietra bianca e vetro. Per costruire le cinque cupole, una più grande di 11 m di diametro, e quattro pià piccole di 5,8 m di diametro, sono stati utilizzati i metodi che si usano per fare gli scafi dei catamarani (la tecnica messa a punto appositamente ha permesso di ridurne il peso, da 42 t a 8 t per la cupola grande) e si è fatto appello agli stessi costruttori del Solar Impulse, l’aereo solare che ha fatto il giro del mondo. Sono ricoperte da 90mila fogli d’oro 24 carati e palladio. L’operazione per montarle in cima all’edificio era stato spettacolare.
I lavori della chiesa non sono ancora terminati. Ci vorranno almeno altri due anni per completare i decori interni con gli affreschi e i mosaici a motivi tradizionali, a cui stanno lavorando degli artigiani russi. Wilmotte ha messo l’accento anche sull’aspetto urbano del progetto che «rispetta l’ equilibro tra parti costruite e spazi verdi. Questo edificio, ha concluso, ormai fa parte della silhouette di Parigi». Il lungo fiume, tra il pont de l’Alma e la Tour Eiffel, è ormai ridisegnato.

La chiesa ortodossa russa di Parigi. Sullo sfondo la Tour Eiffel. Foto di Luana De Micco

La chiesa ortodossa russa di Parigi. Sullo sfondo la Tour Eiffel. © Augusto da Silva_Agence Graphix
Altri articoli dell'autore
Smontato nel 1847 dall’architetto Eugène Viollet-le-Duc, non fu mai ripristinato. L’idea di riedificarlo risale al 2015, ma solo all’inizio di quest’anno sono state montate le impalcature. La fine dei lavori non è prevista prima del 2030
Alla Fondation Giacometti di Parigi il dialogo tra le sculture dell’artista svizzero e le idee dell’autrice pioniera del femminismo e il padre dell’Esistenzialismo
Un mondo in ogni stanza, da Granada alla Cina: la dimora dello scrittore prolifico e collezionista compulsivo, ossessionato dalla morte, era un modo per fermare il tempo
Un percorso pedonale in città. Un itinerario di 4,6 chilometri che collega il centro alle campagne, dove ogni curva offre scorci pittoreschi sulla montagna Sainte-Victoire. La rassegna «Cezanne 2025», che presenta la riapertura di due luoghi emblematici nella sua vita. E la mostra al Musée Granet