La «Presa di Cristo» di Caravaggio e Francesco Petrucci, curatore della mostra ad Ariccia

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La «Presa di Cristo» di Caravaggio e Francesco Petrucci, curatore della mostra ad Ariccia

La «Presa di Cristo» di Caravaggio a Palazzo Chigi in Ariccia

Il conservatore del museo, Francesco Petrucci, racconta le vicende travagliate di un dipinto che dal 14 ottobre sarà finalmente visibile al pubblico

Dopo l’acquisto da parte del noto antiquario romano Mario Bigetti nel giugno 2003 della «Presa di Cristo» attribuita a Caravaggio, più volte ebbi modo di prendere visione del dipinto nella sua bottega in via Laurina 31. Punto di riferimento per collezionisti, storici dell’arte e mercanti, sia italiani che stranieri, quel luogo era una specie di emporio di quadri, vera palestra per conoscitori e fonte di approvvigionamento continuo per intenditori d’arte.

Il problema era capire se il quadro in esame fosse la miglior copia del perduto dipinto di Caravaggio della Collezione Mattei, come aveva scritto nel 1943 Roberto Longhi, o se invece, come auspicava il proprietario, si trattasse di un originale del maestro.

Mano a mano che la pulitura, effettuata con estremo rigore e cautela dalla restauratrice Carla Mariani, faceva riemergere le parti originali, offuscate da estese e incongrue ridipinture, si manifestava in maniera sempre più evidente la straordinaria qualità dell’opera, segnata indubbiamente da un passato travagliato fatto di plausibili cambiamenti di proprietà e discutibili interventi conservativi.

In conseguenza cominciò a circolare tra gli studiosi, come Mina Gregori, Sir Denis Mahon e Claudio Strinati, la convinzione che si trattasse del prototipo del Merisi da cui sarebbe derivata la replica della National Gallery of Ireland di Dublino, ritrovata da Sergio Benedetti nel 1993.

In conseguenza del crescente interesse per il dipinto, questo veniva richiesto per varie mostre in Italia e all’estero e successivamente notificato con Decreto di Vincolo del Ministero dei Beni Culturali il 2 dicembre 2004, come opera di particolare interesse per la Nazione, vietandone conseguentemente l’esportazione.

Tuttavia nel 2004 nasceva un contenzioso legale sulla proprietà dell’opera, che, nonostante in ogni grado di giudizio venisse riconosciuta palesemente a Bigetti, sciaguratamente innescò una causa legale durata ben diciotto anni. Contestualmente, e inspiegabilmente, il dipinto veniva sequestrato dall’autorità giudiziaria, sottraendolo per quasi vent’anni alla disponibilità del suo legittimo proprietario.

Quando lo scorso anno finalmente causa e sequestro terminarono, Bigetti mi contattò per organizzare una mostra sull’opera, al fine di esporla finalmente al pubblico e sottoporla al giudizio della comunità scientifica. Ho accettato con entusiasmo la proposta, avendo condiviso sin dall’inizio l’attribuzione a Caravaggio, e mi sono attivato, di concerto con l’amministrazione comunale di Ariccia, per organizzare l’evento.

La mostra, che si terrà dal 14 ottobre al 14 gennaio 2024, ha il patrocinio del Ministero della Cultura. È stata organizzata con il sostegno della Fondazione Meeting del Mare (C.R.E.A., Cultura, Religioni, Arte), dell’associazione culturale Comitato di San Floriano di Illegio, mentre il catalogo è finanziato dalla Fondazione BCC dei Castelli Romani e del Tuscolo. La società Glocal Project ha curato l’organizzazione dell’evento, mentre il catalogo è stampato da De Luca Editori d’Arte.

L’autore è Conservatore di Palazzo Chigi in Ariccia
 

La «Presa di Cristo» di Caravaggio e Francesco Petrucci, curatore della mostra ad Ariccia

La «Presa di Cristo» di Caravaggio e Francesco Petrucci, durante la recente verifica conservativa di Carla Mariani

Francesco Petrucci, 19 settembre 2023 | © Riproduzione riservata

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