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Veduta della mostra «Spiriti del tempo» al Castello di Montecavallo. © Cracking Art

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Veduta della mostra «Spiriti del tempo» al Castello di Montecavallo. © Cracking Art

La Cracking Art compie trent’anni

In un suggestivo castello viene omaggiato, a trent’anni dalla sua nascita, il movimento che ha fatto dell’impegno sociale una missione

Monica Trigona

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Quando si pensa al gruppo della Cracking Art (Renzo Nucara, William Sweetlove, Marco Veronese, Aleg Angi e Kicco), una delle immagini più ricorrenti è quella legata all’«invasione» di 500 tartarughe dorate nei Giardini della 49ma Biennale di Venezia nel 2001. Quella fu solo una delle tante circostanze in cui il movimento, nato nel 1993 e conosciuto a livello internazionale per le installazioni composte da sculture in plastica raffiguranti animali stilizzati, ebbe modo di utilizzare un palcoscenico autorevole per trasmettere suggestioni che, al di là della pura forma, derivano dal processo creativo alla base dell’opera.

Da sempre i luoghi migliori per gli interventi dei «cracking artisti» sono spazi esterni, siano essi parte del contesto urbano o a ridosso di un lago o in un bosco, in quanto naturalmente facilitano l’interazione con le persone. Sebbene il primo, inevitabile, impatto con i colorati pinguini, le oche, gli elefanti, i cani, i lupi, i suricati, gli orsi e altre simpatiche bestiole sia esteticamente appagante tanto da giustificarne ogni ragion d’essere, scoprire che ogni esemplare è prodotto con plastica rigenerata o rigenerabile e tramite il sistema di stampaggio rotazionale, quindi con una quantità ridotta di materiale, ne rende ancora più interessante la scoperta. Il cracking catalitico è il processo tecnologico che trasforma la sostanza organica in sintetica, ovvero nella plastica. Questo procedimento deve essere necessariamente oggetto di attento controllo e l’impegno del collettivo sta proprio nell’accettare l’inevitabilità del fatto evocando però poeticamente i risvolti del rapporto tra vita naturale e realtà artificiale.

Responsabilità sociale e ambientale caratterizzano una ricerca che compie adesso trent’anni e che viene omaggiata da una mostra, dal 6 aprile al 9 giugno, al Castello di Montecavallo, tra i vigneti e le colline del Biellese. «Spiriti del tempo», percorso ideato e a cura di Carla Testore, e che si avvale del supporto di Banca Sella, principale partner del progetto, si sviluppa tutt’intorno all’edificio del XIX secolo, raro esempio di architettura neogotica nella regione. Le installazioni composte da una varietà di sculture raffiguranti animali e soggetti inediti, occupano infatti il giardino «all’italiana», il bosco, i vigneti e la ghiacciaia.

La passeggiata, scandita da 12 tappe, inizia idealmente con un grande coniglio blu che introduce metaforicamente al «Paese delle Meraviglie». Si prosegue con le sculture degli orsi, «che rappresentano l’incontro tra le leggi della natura e della cultura» e i lupi che «ricordano l’importanza della coesione e dell’identità di gruppo». Mentre i pinguini rammentano le difficoltà causate dai cambiamenti climatici generati dall’effetto antropico, le oche selvatiche evocano l’importanza del giusto imprinting da trasmettere alle nuove generazioni. La grande chiocciola ammicca alla concezione di tempo a spirale di Einstein quanto l’attaccamento alla terra e al mondo, bene da proteggere e da rigenerare con responsabilità.

«Questo è un progetto di arte pubblica con un percorso anche per i non vedenti, che si snoda attraverso due direzioni principali: quella della semplicità, che scaturisce dalla lunga conoscenza che tutti abbiamo fin da bambini degli animali raffigurati, e quella dell’ironia, perché l’atteggiamento e l’espressione degli animali sembrano quasi provocarci e spingerci verso una prospettiva nuova, sorprendente, capace di farci riflettere, ma anche sorridere, nei confronti del mondo», specifica Testore.

Veduta della mostra «Spiriti del tempo» al Castello di Montecavallo. © Cracking Art

Monica Trigona, 04 aprile 2024 | © Riproduzione riservata

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