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Valeria Radkevych
Leggi i suoi articoliLa nozione di sicurezza sta in bilico tra diritto e illusione, tra bene collettivo e fragile compromesso. Chi può garantirla, a chi, e rispetto a cosa? In Ucraina queste domande portano con sé un peso storico, che si riflette nella cultura, nell’arte e nella vita quotidiana. È in questo orizzonte che «Security Assurances» diventa il titolo del progetto che rappresenterà l’Ucraina alla 61ma Esposizione Internazionale d’Arte – La Biennale di Venezia, quest’anno intitolata In Minor Keys. Il padiglione nazionale sarà allestito da Promprylad Art Center in collaborazione con l'ONG Museum is Open for Restoration.
A cura di Kseniia Malykh e Leonid Marushchak, il progetto ha al suo centro «Deer», una scultura realizzata da Zhanna Kadyrova per un parco pubblico di Pokrovsk, cittadina ucraina vicino a Donetsk. Prima del 2019, il plinto di cemento che ospitava il cervo sosteneva un aereo a idrogeno dell’esercito sovietico, un monumento alla potenza militare del passato. Con l’avanzare della guerra, nell’estate del 2024 quando Pokrovsk fu evacuata, il cervo dovette essere messo in salvo e oggi il plinto rimane vuoto. Poco dopo, la cittadina, un tempo accogliente e vivace, si trasformò in una rovina.
Parte della serie «Origami», la scultura «Deer» appartiene a una costellazione di progetti che Zhanna Kadyrova ha realizzato per gli spazi urbani. L’importanza della comunità, l’atto dello stare insieme e la convivenza sono sempre stati al centro della sua pratica artistica. Dal punto di vista formale, queste opere si inseriscono nella tradizione di decorare i parchi cittadini con animali simbolici: cigni nei laghi, cervi nelle foreste. La sostituzione dell’aereo militare con una figura gentile e non bellica fu innanzitutto un gesto di fiducia nella vita civile e rifletteva il clima pacifico della società ucraina. La successiva rimozione della scultura, invece, è un doloroso déjà-vu che mostra come, per l’Ucraina, la quiete rimanga un privilegio effimero.

Smantellamento del monumento, 2024. Courtesy of the artist
Il titolo del progetto fa riferimento alle promesse contenute nel Memorandum di Budapest del 1994, firmato in occasione dell’adesione dell’Ucraina al Trattato di non proliferazione nucleare. In quell’accordo, l’Ucraina accettò di trasferire le proprie armi nucleari in Russia in cambio della garanzia della sua sovranità e indipendenza entro i confini riconosciuti a livello internazionale. Dopo l’annessione della Crimea nel 2014, Kyiv ricordò ai firmatari gli impegni assunti. La storia del cervo di Pokrovsk diventa allora una testimonianza di come la sicurezza, lungi dall’essere garantita, resti sempre una condizione fragile e provvisoria.
Il progetto «Security Assurances» si inserisce nel tema della Biennale («In Minor Keys») proprio attraverso questa tensione tra memoria, fragilità e sopravvivenza, scegliendo un linguaggio sommesso, lontano da ogni retorica. Il vuoto lasciato sul plinto, l’evacuazione della scultura, i documenti storico-politici e le voci degli abitanti costruiscono un racconto fatto di assenze e frammenti più che di monumenti e proclami. È in questo tono minore che l’Ucraina prende parola: non per offrire una celebrazione, ma per testimoniare la precarietà della sicurezza e l’instabilità delle promesse. Insieme alla scultura, il padiglione presenterà un video che documenta il salvataggio del cervo, accompagnato dalle testimonianze di chi ha vissuto l’evacuazione della città, oltre a materiali d’archivio relativi al Memorandum di Budapest. L’intreccio tra oggetto salvato, documento politico e memoria orale traduce l’idea di «minore» in una narrazione collettiva, che non cerca risposte definitive ma restituisce la condizione universale di vivere nell’incertezza. Sicuramente «Security Assurances» di Zhanna Kadyrova evita il fastidioso sensazionalismo che spesso accompagna l’arte che denuncia crisi globali. Ne emerge un’intima riflessione che assume il pieno significato solo dentro il contesto storico che lo ha generato.

Zhanna Kadyrova. Photo: Vitalii Ukhov. Courtesy of Promprylad Art Centre
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