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Uno scatto di Angelo Presenza. Lostatodellecose.com

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Uno scatto di Angelo Presenza. Lostatodellecose.com

L’Aquila, lo scatto del terremoto

È nato Lo stato delle cose, sito web con 10mila foto su borghi, case, monumenti e cantieri nelle zone colpite nel 2009, nel 2016 e quest’anno. «Fotografare luoghi feriti vuol dire prendersene cura», dice il giornalista Antonio Di Giacomo

Stefano Miliani

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L’Aquila. Lo stato delle cose, nella città abruzzese e nei paesi del «Cratere», è lontano da una normalità ritrovata precedente alla notte del terremoto del 6 aprile 2009. Ogni angolo dell’Aquila è un cantiere enorme, principalmente negli edifici pubblici, mentre le case sono perlopiù puntellate e le strade, a notte fonda, deserte tranne dove c’è un po’ di «movida» studentesca. Nei piccoli paesi la ricostruzione è lontana dal vedere la fine e, a volte, anche un vero inizio (cfr. «Il Giornale dell’Arte» n. 364, mag. ’16, p. 16). Vuole contrastare ogni possibile spirito di resa Lo stato delle cose. Geografie e storie del dopo sisma, il sito web www.lostatodellecose.com appena varato e frutto di un vasto progetto giornalistico con scatti d’autore sull’area aquilana e sul centro Italia colpito dalle scosse del 2016 e di questo 2017.

Dal cinquecentesco Forte Spagnolo attorniato dai ponteggi alle abitazioni ancora sfasciate, l’impresa giornalistico-fotografica ha come primo obiettivo la volontà di documentare il presente attraverso foto di qualità: a oggi ne comprende circa 10mila, scattate da una sessantina di fotografi, ripartite in duecento fotogallery. Da qui viene l’intento di scongiurare il calo di attenzione su un’emergenza tuttora in corso per sollecitare i cittadini e i media a tenere alta la vigilanza e le istituzioni a operare bene.

Ha ideato e curato il progetto Antonio Di Giacomo, giornalista, dell’associazione culturale La camera del tempo. Ha come photo editor Manuela Cigliutti, direttore creativo del magazine «EyesOpen!», firma il design Barbara Vaccarelli, è stata indispensabile la consulenza scientifica di Lina Calandra, responsabile del Cartolab, il Laboratorio di cartografia del Dipartimento di Scienze Umane dell’Università aquilana. Il Segretariato regionale dei Beni Culturali e la Soprintendenza per il Cratere hanno dato il loro appoggio aprendo cantieri, monumenti e anche luoghi inagibili. L’iniziativa è «interamente autofinanziata, i fotografi aderiscono spontaneamente», specifica Di Giacomo. Nei borghi oltre tutto «la situazione è peggiore», anche perché molte di quelle case sventrate erano seconde abitazioni e il male dello spopolamento con le distruzioni si è fatto più radicale.

Il giornalista indica come determinanti le collaborazioni e il sostegno avuti dalle istituzioni aquilane del patrimonio artistico e del Comune. Sul sito le foto sono suddivise in quattro sezioni di cui una concentrata sugli effetti delle scosse dell’anno scorso e di quest’anno nella zona laziale, abruzzese, umbra e marchigiana: «Questo lavoro vuole essere continuativo, fotografare un luogo ferito vuol dire prendersene cura, non dimenticarlo», chiosa Di Giacomo.


Link:
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Stefano Miliani, 24 aprile 2017 | © Riproduzione riservata

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