Flavia Foradini
Leggi i suoi articoliLa sede dell’Albertina è uno dei grandi palazzi storici di Vienna: un luogo prestigioso ma impossibile da ampliare ulteriormente. Già tra gli anni ’90 e i primi anni Duemila un grande scavo aveva creato numerosi sotterranei su vari livelli, ma non è stato sufficiente. E però: «È massima priorità di un museo rendere accessibili le sue opere, se rilevanti per la società», aveva ripetutamente detto il suo direttore, Klaus Albrecht Schröder.
Nel 2020 gli spazi della Künstlerhaus affacciati sulla Karlsplatz, ottenuti per installarvi l’Albertina modern come seconda sede dedicata all’arte contemporanea, avevano dato un po’ di respiro. Ma non abbastanza: anche quell’edificio storico è una cornice troppo ristretta e non ampliabile per le 65mila opere dal 1945 ai giorni nostri, fra dipinti, disegni, grafica, fotografia, sculture e nuovi media. Da qui l’idea di riconvertire in museo l’attuale deposito di Klosterneuburg, alle porte di Vienna, nato nel 1999 come Museo Essl per contenere la pregevole collezione dell’imprenditore austriaco Karl-Heinz Essl e chiuso nel 2016. Una superficie totale di 8.500 metri quadrati, di cui 2.800 per esposizioni, tremila per depositi, oltre duemila per laboratori di restauro, e soprattutto vaste sale adatte a opere di grandi dimensioni e un parco dove già Essl installava sculture. Fra i grandi vantaggi di una riapertura come terza sede dell’Albertina, anche l’assenza di costi di trasporto per dislocare o restaurare le opere destinate all’esposizione, già in deposito nell’edificio.
Non tutto è stato facile nella realizzazione del progetto. Benché il programma del Governo austriaco 2020-24 solleciti una più intensa collaborazione tra i musei statali e i Länder, l’iniziativa fortemente voluta dal direttore Schröder non è stata aiutata dalla politica. La cittadina di Klosterneuburg dove sorge il museo Essl è infatti giurisdizione della Bassa Austria, ed è governata da una Giunta di centrodestra, in perenne scontro con la Giunta socialdemocratico-verde della capitale. Il «vecchio nuovo» museo Essl può diventare un fiore all’occhiello per la Giunta regionale di centrodestra, ma dà ancora maggior lustro alla viennese Albertina. Risultato: posizione di stallo e niente sovvenzioni.
La prima mostra dal 9 aprile al 2 novembre espone un «best of», con opere fra l’altro di Warhol, Baselitz, Gerhard Richter, Gilbert & George, Franz West e il Pop austriaco di Christian Ludwig Attersee e Kiki Kogelnik. «Ma ci sono anche numerose opere di emergenti che abbiamo acquisito negli ultimi decenni», ci dice Schröder. Per la prima volta, al secondo piano dell’edificio viene inaugurata un’ampia sezione dedicata esclusivamente alla scultura, con opere fra l’altro di Roy Lichtenstein, Jannis Kounellis, Mimmo Paladino, Bruno Gironcoli e Marie-Jo Lafontaine.
L’annoso problema della raggiungibilità della nuova terza sede, che aveva penalizzato fortemente il museo Essl fino alla chiusura nel 2016, non preoccupa Schröder: «È ben collegato con i mezzi pubblici dal centro di Vienna, e chi arriva in auto ha un grande parcheggio a disposizione».
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