Verifica le date inserite: la data di inizio deve precedere quella di fine
Per festeggiare i suoi vent’anni di attività Raffaella Cortese ha voluto Anna Maria Maiolino; e lei, l’artista di origine italiana (è nata a Scalea nel 1942) ma brasiliana d’adozione, ha scelto proprio la galleria milanese per ritornare, dopo anni, alla pratica della performance. All’inaugurazione ha presentato la nuova azione «in ATTO», realizzata con l’artista Sandra Lessa, nella quale si è posta come una sorta di mentore, o meglio di maieuta, della più giovane compagna di scena.
E anche nella mostra, intitolata con voluta vaghezza «Cioè», visibile fino al 7 agosto, ha puntato su un corpus di opere recenti, nei diversi media con cui da decenni declina la sua ricerca nutrita dall’immaginario quotidiano femminile e attraversata dalle memorie e dai vissuti degli anni Settanta-Ottanta, scenario della feroce dittatura brasiliana. Ci sono sculture, delle serie «Cobrinhas», in ceramica raku, e «Entre o Dentro e o Fora», nelle quali l’artista riflette sul concetto di pieno e vuoto, sulla materia assente oppure presente nella sua ruvida immanenza.
Ci sono poi i disegni: alcuni («Interações», «Hierárquicos») realizzati facendo scorrere l’inchiostro in modo apparentemente casuale sul foglio mosso dalle sue mani, altri invece (intitolati «Filogenéticos», per la loro apparenza biologica e metamorfica) eseguiti a pennello, altri ancora («Pré-indefinidos», «De Volta») realizzati con una tecnica disegnativa più tradizionale. Divisa nelle due sedi di via Stradella 1 e 7, la mostra presenta anche due video: uno recentemente prodotto, «João & Maria (Hansel e Gretel)» (2009-15) e uno, storico, degli anni Settanta «Um Dia (One Day)» (1976-2015), ora rieditato. Alla base di ogni lavoro, una vitalità continuamente germogliante e il convincimento che l’opera d’arte (specialmente la scultura, ma non solo) sia in primo luogo un processo, le cui valenze prendono forma e corpo nel corso del procedimento esecutivo.
Altri articoli dell'autore
Il presidente della Fondazione Burri dichiara che l’istituzione erede del maestro non è mai stata interpellata e che in tre anni le sue lettere non hanno ricevuto risposta. Non solo: smentisce che il soprintendente gli abbia dato appuntamento per settembre
A settembre al Palazzo Reale di Milano, dov’è ricostruito il fregio dei «Fasti di Napoleone» distrutto nell’ultima guerra mondiale, un centinaio di opere dell’artista (anche inedite). A complemento, un itinerario nei «suoi» luoghi
A Mantova la Fondazione sostiene il restauro della più sontuosa delle sale di Giulio Romano in Palazzo Te: «In Italia si pensa a lasciare tutto ai figli, ma per me, cresciuta nella cultura americana, è un gesto naturale»
Compie 25 anni Arthemisia, la società che ha aperto tante nuove strade nella produzione di mostre e che, nonostante le perplessità di alcuni e le traversie giudiziarie, ottiene grandi successi attraverso la «democratizzazione» dell’arte