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L’Astrattismo è Forte

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Jenny Dogliani

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Oltre 80 dipinti e disegni della prima metà del XX secolo di trenta artisti russi ed europei, provenienti da una collezione privata tedesca e mai esposta in Italia, sono allestiti al Forte di Bard dal 31 gennaio al 2 giugno nella rassegna «Astrattismo in Europa. Kandinskij, Popova, Majakovskij, Malevic. Per la prima volta in Italia, 80 capolavori di oltre 30 artisti protagonisti della rivoluzione dell’immagine del ’900». La mostra documenta nascita, evoluzione e diffusione dell’Astrattismo in Europa. L’anno cruciale è il 1910, quando nelle avanguardie tedesche, russe, ceche e olandesi giunge a compimento la disgregazione della realtà incominciata dagli impressionisti e proseguita dai fauves e dai cubisti. Pioniere fu Casimir Malevic, che dopo avere aderito al Cubofuturismo russo (avanguardia documentata in mostra dal suo «Il boscaiolo» del 1912, nella foto, e da opere di Natalia Goncarova), diede vita al Suprematismo, caratterizzato dal dominio delle strutture geometriche e dalla loro relazione nello spazio. Nel Costruttivismo tali teorie vengono poi utilizzate per scopi non solo estetici ma anche sociali: la costruzione razionale dello spazio diventa la via che conduce a una società migliore, come testimoniano i lavori di László Moholy-Nagy, pittore e fotografo ungherese, celebre esponente del Bauhaus tedesco. In mostra, oltre a opere di Vladimir Tatlin e Alexander Rodcenko, figura anche lo svizzero Max Bill, che nella scuola del Bauhaus di Dessau fu allievo di Kandinskij (in mostra), punto di riferimento delle diverse correnti europee. Il Neoplasticismo olandese, noto come De Stijl, è infine rappresentato da Georges Vantongerloo, che come il collega Piet Mondrian, considerava la pittura un linguaggio matematico fondato sul piano, la linea e i colori primari.


Jenny Dogliani, 08 gennaio 2015 | © Riproduzione riservata

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