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«Cortona on the move» negli spazi esterni della Fortezza del Girifalco a Cortona

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«Cortona on the move» negli spazi esterni della Fortezza del Girifalco a Cortona

Alla Fortezza del Girifalco, il dialogo tra fotografia, impresa e architettura

Restauro, fotografia e memoria si incontrano nel Palazzo del Capitano a Cortona, nel cuore della fortezza medicea, riaperto grazie all’Art Bonus di Intesa Sanpaolo e inaugurato oggi con le mostre di «Cortona On The Move», un esempio concreto di come l’impresa può (e deve) farsi carico della tutela del patrimonio collettivo

Jenny Dogliani

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Il rapporto tra arte e impresa non è soltanto un dialogo tra mondi diversi che si arricchiscono reciprocamente, è anche una forma di responsabilità culturale che le grandi imprese devono assumere nei confronti del patrimonio pubblico e della collettività. Un caso felice è quello della Fortezza del Girifalco di Cortona, dove Intesa Sanpaolo, attraverso l’Artbonus, ha reso possibile il restauro dell’intero primo piano dello storico Palazzo del Capitano, luogo simbolo della città e cuore del complesso fortificato dalle origini millenarie.
«Il patrimonio pubblico in un Paese come il nostro, per ragioni di numero, qualità e ampiezza non si può pensare di ritenerlo una responsabilità esclusiva delle istituzioni pubbliche, che da sole non possono farsi carico di mantenere vivo e aperto un luogo significativo come questo, che anche solo per dimensioni ha bisogno di cure, attenzioni, tecnologie, modernità», ha spiegato Michele Coppola, Executive Director Arte, Cultura e Beni Storici - Intesa Sanpaolo e Direttore Generale Gallerie d’Italia.
La Fortezza del Girifalco di Cortona ha una struttura di forma trapezoidale con quattro imponenti bastioni angolari di diversa forma, misura in tutto circa 3.000 metri quadrati per un’altezza che raggiunge in certi punti i 10 metri. Secondo gli studiosi la prima costruzione in loco, quando ancora le antiche mura cingevano Cortona, fu un forte etrusco, poi passato ai romani; solo nel Duecento sarebbe stato costruito parte di quello che vediamo ancora oggi, crollato in larga misura a metà Cinquecento e allora riparato e restaurato da Francesco Laparelli, architetto di Lavalletta a Malta, che insieme all'ingegnere militare Gabrio Serbelloni, per volere di Cosimo I de’ Medici realizzò i quattro bastioni e il rivellino.

Gli spazi esteri della Fortezza del Girifalco a Cortona, resi accessibili negli anni scorsi da un primo finanziamento della Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze

Il Palazzo del Capitano nella Fortezza del Girifalco, visto dal cortile interno

L’intervento inaugurato oggi ha affrontato una delle criticità più urgenti: la conservazione della pavimentazione originale in cotto, ormai compromessa, risolta con la posa di un pavimento galleggiante sovrapposto, completamente reversibile. Sono stati installati pannelli mobili per mostre e contenuti didattici, mentre le antiche porte in legno sono state restaurate e protette da leggere coperture metalliche. Tutto è stato pensato per rispettare la storia del luogo senza rinunciare alla funzionalità contemporanea: un restauro reversibile, modulare, che non ricostruisce, ma si integra con l’esistente. 
«Quando si sceglie di restaurare e restituire pezzi di patrimonio così importanti ci si rende conto che non ci si può interrompere a metà e se saremo sollecitati dall’Associazione On The Move a riflettere su un pezzo aggiuntivo per estendere al secondo piano quanto abbiamo fatto al primo, certamente non ci sottrarremo. Ci assumiamo la responsabilità, sentita, voluta e ricercata, di affiancare chi si occupa di fotografia e lo fa mantenendo aperti luoghi come questi», aggiunge Michele Coppola.
Ed è proprio la fotografia, elemento critico di indagine della realtà a essere incredibilmente valorizzata dagli spazi della fortezza, dalle sue prospettive austere, possenti e profonde, dagli scorci di un paesaggio mozzafiato che abbraccia l’intera Valdichiana, conducendo lo sguardo fino al Lago Trasimeno, al Monte Amiata e al Monte Cetona, tra la Toscana, l’Umbria e, in lontananza, il Lazio. Non a caso, la fortezza prende il nome dal girifalco, il falco di grandi dimensioni usato nella falconeria medievale, simbolo di potere, controllo e visione dall’alto, come la fortezza militare, costruita per dominare la valle dalla sommità della collina cortonese. 

«Cortona on the move» negli spazi ipogei della Fortezza del Girifalco

«Cortona on the move» nel Palazzo del Capitano, restaurato e reso luogo espositivo dal finanziamento di Intesa Sanpaolo. Una veduta del secondo piano (con gli interventi di restauro ancora da programmare)

Il dialogo tra le fotografie e l’architettura è potente: le opere non invadono lo spazio, lo ascoltano e lo abitano, rispettandone la gravità e restituendogli un senso ulteriore. Tra gli esempi più riusciti le fotografie di Pia Paulina Gulimonth, nelle gallerie sotterranee caratterizzate da spessi muri di pietra grezza. Corpi distesi tra le foglie, un serpente che si snoda nell’oscurità, una candela che si consuma, fiori notturni che sembrano illuminarsi da dentro: le immagini sono tappe di un viaggio quasi sacro nelle proprie profondità interiori. 
Nell’area esterna della fortezza, invece, le opere si fondono con la natura circostante: i cassoni in legno con immagini macro di insetti, posati tra l’erba alta e le pietre, sembrano emergere direttamente dal paesaggio. La fotografia si mimetizza, prolunga visivamente la continuità tra storia e natura, rafforzando il senso di immersione nel tempo e nello spazio. 
Nelle sale appena restaurate del Palazzo del Capitano, la pulizia architettonica permette alle immagini della mostra «Cronache d’Acqua» di emergere con forza: ritratti intensi, paesaggi, scorci urbani e dettagli della natura, sospesi su pannelli metallici traforati, galleggiano nel vuoto. Il dialogo tra opera e spazio è calibrato e silenzioso: la pietra, il cemento e la luce fanno da contrappunto al colore, ai vuoti e alle assenze evocate dalla fotografia.  
Negli spazi ipogei, Alfredo Jaar presenta un’opera immersiva e ciclica che alterna ogni venti minuti due condizioni estreme: inferno e paradiso. La proiezione si svolge in un ambiente buio, cavernoso, dove il tempo scandisce una trasformazione sensoriale ed emotiva. Le immagini, proiettate attraverso diapositive si mescolano alle ombre dei visitatori. La discesa e la rinascita avvengono nello stesso spazio, in una cadenza ritmata e silenziosa. 
Nel secondo piano della Fortezza, non ancora restaurato, le fotografie di Jan Banning trovano un’ambientazione cruda e coerente. Le stanze spoglie, con intonaci consunti, pavimenti segnati e pareti irregolari, diventano parte attiva del racconto visivo, amplificando la forza dei ritratti. I protagonisti degli scatti, uomini seduti, immobili, in ambienti poveri ma densi di dignità, emergono dalla penombra con una forza teatrale e introspettiva. Non c’è retorica né pietismo, ma una sobria potenza che trasforma ogni gesto, ogni sguardo, in una dichiarazione d’identità e resistenza. 
Il restauro sostenuto da Intesa Sanpaolo ha restituito nuova vita a un luogo simbolico della città, rendendolo accessibile e funzionale, ma senza snaturarne l’anima. Cortona On The Move lo abita con intelligenza, facendo dialogare fotografia e architettura, passato e presente.

«Cortona on the move» nel Palazzo del Capitano, restaurato e reso luogo espositivo dal finanziamento di Intesa Sanpaolo. Una veduta del primo piano con gli interventi di restauro conclusi

«Cortona on the move» negli spazi ipogei della Fortezza del Girifalco

Jenny Dogliani, 19 luglio 2025 | © Riproduzione riservata

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