Sono passati pressoché quattro anni da quando Jeff Koons aveva annunciato un clamoroso ribaltone, lasciando le due storiche gallerie che lo rappresentavano, David Zwirner e Gagosian, per accasarsi da Pace Gallery. Quel che sembrava un imprevisto ma legittimo trasferimento - con Koons che avrebbe trovato in Pace una galleria altrettanto potente rispetto delle altre due e più determinata a supportarne le nuove iniziative - si è invece rivelato infelice. 

Il rapporto tra l'artista, uno dei più famosi e cari al mondo, e la galleria multinazionale si è infatti rotto negli scorsi mesi in seguito alle difficoltà emerse nel progetto che avevano avviato. Pace aveva infatti coinvolto degli investitori per prefinanziare una nuova serie di sculture di Koons, investendo tra i 50 e i 100 milioni di dollari nell'impresa. Quando sono emerse ulteriori richieste di produzione, i finanziatori si sono tirati indietro, e così ha fatto Koons, abbandonando Pace prima che l'idea potesse concretizzarsi.

Come nella parabola del figlio prodigo, ora l'artista sta forse tornando sui suoi passi, riallacciando i rapporti con una delle sue vecchie gallerie. O almeno è quello che emerge dalla sua partecipazione a Frieze New York, in programma dal 7 all'11 maggio, nello stand di Gagosian. Il colosso galleristico ha infatti annunciato che all'importante appuntamento fieristico presenterà tre sculture di Koons, tutte provenienti dalla sua collezione personale. 

Si tratta di lavori appartenenti alla serie «Hulk: Elvis»: «Hulk (Organ)» (2004-14), «Hulk (Tubas)» (2004-18) e «Hulk (Dragon and Turtle)» (2004-21), che lo stesso Koons si è occupato di allestire in fiera, sfruttando come sfondo una riproduzione del suo dipinto del 2007 «Triple Hulk Elvis III». Pur non avendo a disposizione i prezzi delle opere, possiamo immaginare che lo stand sarà tra i più attenzionati della manifestazione.

Avviata nel 2004, la serie «Hulk: Elvis» unisce il carattere pop del supereroe ad una serie di riflessioni politiche e sociali che scaturiscono, per esempio, dalla contrapposizione della sua figura virile con elementi solitamente legati alla sfera femminile, oppure stressando alcuni suoi caratteri che da paladino della giustizia potrebbero trasformarlo in minaccia per l'umanità. Gioco, ironia e riflessione: Koons nella sua essenza. In questo caso, due tre Hulk - «Hulk (Organ)» e «Hulk (Tubas)» - sono disinnescati nella loro esuberanza dalla presenza di due veri e propri strumenti musicali. Un po' di teatralità in più cbe non guasta certo in opere in bronzo, ma studiate per imitare gli attributi morbidi e luccicanti dei gonfiabili, ai quali finiscono per assomigliare.

Basterà questo a rilanciare Koons dopo alcuni mesi di appannamento? Cause legali e ritardi sui progetti stanno iniziando a fiaccare un mercato che è lontano dall'apice del 2019, quando «Rabbit» (1986) veniva aggiudicata a 91,1 milioni di dollari, rendendo Koons l'autore vivente più pagato in asta.