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Rosalba Cignetti
Leggi i suoi articoliProsegue fino al 29 giugno la mostra dedicata a Ismaele Nones che ha inaugurato il nuovo allestimento del MAC-Museo d’Arte Contemporanea di Lissone (MB). Tolte le pareti che occultavano le ampie vetrate, nelle sale inondate di una bellissima luce naturale, sottolineano la continuità tra l’interno e l’esterno i dipinti dell’artista trentino in dialogo con le opere della collezione permanente provenienti dal Premio Lissone. Si può così godere delle opere anche solo passeggiando davanti al museo diretto da Stefano Raimondi. La collezione include artisti italiani e internazionali come Renato Birolli, Mattia Moreni, Ennio Morlotti, Mario Schifano, Emilio Vedova, Karel Appel, Antoni Tàpies, Gerard Schneider, confluite durante le diverse edizioni dello storico Premio Lissone, dal 1946 al 1967 e poi dal 2002 a oggi, che si alterna con cadenza biennale all’altro concorso internazionale, il Premio Lissone Design. La mostra che apre le celebrazioni per il 25mo anniversario del museo, è la prima personale in una istituzione pubblica di Ismaele Nones (Trento, 1992), intitolata «A chi parlo quando parlo», curata da Stefano Raimondi. Una delle missioni di MAC è infatti quella di dare spazio ad artisti contemporanei in grado di dialogare con le opere in collezione. L’intero museo, quattro piani, è occupato da circa cinquanta opere di Nones, e per la prima volta si apre dunque alla piazza, con una selezione di opere che attraverso le ampie dialogano direttamente con lo spazio urbano. «La mostra di Ismaele Nones non solo si inserisce nelle celebrazione per i venticinque anni del MAC di Lissone ma ben rappresenta quella che è la nuova identità e lo spirito di un museo che ha nelle sue origini la vocazione al sostegno dell'arte italiana e la promozione di linguaggi pittorici innovativi. Con la sua pittura inattesa Ismaele crea una tensione tra il noto e il perturbante, l’immagine, anziché rassicurare, confligge, proprio come la lotta animalesca che si ritrova in diversi dipinti e che si irradia nella nostra società. In un tempo di guerre e incertezze, alienazione e rabbia il MAC attraverso la mostra di Ismaele Nones osa l’improbabile e resiste alla trasparenza perché quello che crediamo essere inevitabile potrebbe solo essere un difetto di padronanza dell’inatteso», spiega il direttore.

Ismaele Nones, A chi parlo quando parlo, installation view at MAC - Museo d'Arte Contemporanea di Lissone, 2025. Photo Roberto Marossi. Courtesy MAC Lissone

Ismaele Nones, A chi parlo quando parlo, installation view at MAC - Museo d'Arte Contemporanea di Lissone, 2025. Photo Roberto Marossi. Courtesy MAC Lissone
Il lavoro di Ismaele Nones è un continuo dialogo tra tematiche attuali e linguaggi, tecniche e soggetti attinti all’iconografia più classica: le barriere tradizionali che separano sacro e profano, antico e contemporaneo, si dissolvono, lasciando spazio a un’esplorazione più libera, priva di vincoli capace, come nei lavori di grande formato, di trovare ispirazione in Boccioni come nella cultura ortodossa o nelle poesie di Patrizia Cavalli. «La mia ricerca – aggiunge l’artista - si pone l’obiettivo di generare e definire nuovi spazi creativi attraverso un dialogo continuo e fluido tra tematiche attuali e linguaggi, tecniche e soggetti attinti dal mondo iconografico. In questo processo si sviluppa un territorio immaginativo in cui le barriere tradizionali che separano sacro e profano, antico e contemporaneo, si dissolvono, lasciando spazio a un’esplorazione più libera e priva di vincoli. Mescolando tempi, simboli e significati, emergono e s’intrecciano tematiche legate alla condizione umana, come la dimensione del conflitto e della lotta, l’esplorazione della sessualità e dell’eros, il senso di isolamento e solitudine, la ricerca di convivialità e condivisione, fino ad arrivare al sentimento di alienazione e inerzia sociale. La mostra “A chi parlo quando parlo” offre uno sguardo dall’alto sul mio lavoro degli ultimi quattro anni. Le opere, accostate assecondando suggestioni visive e concettuali, entrano in dialogo con lo spazio esterno e interno del museo, e con grandi maestri del ’900. Credo che la parola “dialogo” sia il nucleo di questa mostra: tra le opere e l’architettura del museo, tra le opere stesse, molte delle quali si incontrano qui per la prima volta, e, soprattutto, tra l’opera e lo spettatore. Gli spazi ampi, intimi del MAC di Lissone hanno reso possibile un dialogo raccolto, in cui il tempo rallenta e la persona trova il suo spazio. Un dialogo denso, forte ma non chiassoso. Semplicemente un dialogo, tu per tu».

Ismaele Nones, A chi parlo quando parlo, installation view at MAC - Museo d'Arte Contemporanea di Lissone, 2025. Photo Roberto Marossi. Courtesy MAC Lissone

Ismaele Nones, A chi parlo quando parlo, installation view at MAC - Museo d'Arte Contemporanea di Lissone, 2025. Photo Roberto Marossi. Courtesy MAC Lissone