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In quindici giorni Basilea risponde a Maastricht

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Redazione GdA

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Due settimane dopo la pubblicazione del Tefaf Art Market Report 2017 (curato per la prima volta dall’economista Rachel Pownall), è stato presentato all’edizione di Hong Kong di Art Basel «The Art Market 2017. An Art Basel and Ubs Report», la prima edizione del nuovo rapporto sul mercato dell'arte della fiera svizzera curato da Clare McAndrew, che per 9 anni ha firmato il rapporto di Tefaf.


I due documenti giungono a conclusioni molto diverse: per il primo il mercato è in crescita dell’1,7%, e nel 2016 ha sviluppato un giro d'affari mondiale di oltre 45 miliardi di dollari; per il secondo è invece il fatturato mondiale 2016 è stato di 56,6 miliardi di dollari, in flessione dell’11% rispetto al 2015. E questa è solo una delle discrasie che si notano tra i due documenti.


La differenza si spiega, come sottolinea su «Le Monde» Roxana Azimi, con i diversi strumenti usati dalle due analiste. Rachel Pownall ha utilizzato il sito artnet.com, più forte nel settore delle arti figurative, meno in quello delle arti decorative. Clare McAndrew si è appoggiata su Collectrium e Artron: il primo è un sito recentemente acquistato da Christie's che si basa sui risultati d'asta di 5.600 società di vendita; il secondo è un database focalizzato sul mercato cinese.


Le due studiose hanno poi completato le loro ricerche grazie la prima a Orbis, un database che registra e analizza i giri d'affari di «200 milioni di società» nel mondo; la seconda con un’inchiesta sull’attività delle gallerie, e con un esame attento dei comportamenti d’acquisto dei duemila maggiori collezionisti statunitensi. Su un dato le due analisi arrivano a conclusioni abbastanza simili: le dimensioni del mercato cinese, che rappresenta tra il 18 e il 20% del mercato mondiale.
 

Redazione GdA, 04 aprile 2017 | © Riproduzione riservata

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