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Una veduta del Giardino Romantico di Palazzo Reale a Napoli

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Una veduta del Giardino Romantico di Palazzo Reale a Napoli

In primavera torneremo nel giardino di Ferdinando II

Attualmente chiuso, il polmone di Napoli vedrà un intervento sugli esemplari arborei, la riprofilatura delle aiuole, il rifacimento dei tappeti erbosi, la sostituzione della pavimentazione e il restauro della cancellata. Il tutto grazie ad un finanziamento del MiC

Olga Scotto di Vettimo

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Nella primavera del 2025 riaprirà il Giardino Romantico di Palazzo Reale a Napoli, attualmente interdetto al pubblico per consentire la realizzazione di alcuni interventi finanziati dal Piano Strategico «Grandi Progetti Beni Culturali» del Ministero della Cultura (MiC) e finalizzati all’adeguamento degli impianti idrico-sanitario, antincendio e di irrigazione e a risistemare il patrimonio botanico del giardino. Si tratta, rammenta il direttore uscente di Palazzo Reale Mario Epifani, di una «temporanea rinuncia per i visitatori del giardino storico, che di norma è aperto gratuitamente tutti i giorni della settimana e che rappresenta un prezioso polmone verde nel centro storico della città». 

Disegnato dall’architetto Gaetano Genovese per volontà di Ferdinando II Borbone e parzialmente modificato dall’ingegnere Camillo Guerra nel 1924 con l’apertura di un viale rettilineo di collegamento tra la strada e la Biblioteca Nazionale di Napoli «Vittorio Emanuele III» (in quegli anni trasferita nell’ala orientale di Palazzo Reale), il giardino ottocentesco si estende per oltre 1.440 metri quadrati e conserva significativi esemplari di un ricco e vario patrimonio vegetale sistemato dal giardiniere botanico del re, Friedrich Dehnhardt, tra cui il monumentale Ficus magnolioides e il Pinus canariensis. 

I lavori prevedono un intervento sugli esemplari arborei esistenti (potature o eventuali abbattimenti), la riprofilatura delle aiuole, il rifacimento dei tappeti erbosi, la sostituzione della pavimentazione in asfalto con cocciopesto di tufo nel viale perpendicolare all’accesso alla Biblioteca Nazionale e, successivamente, il restauro della cancellata in ferro con lance a punta dorata che dà su via San Carlo, realizzata nell’opificio borbonico di Pietrarsa nell’Ottocento. «L’inserimento del piano arbustivo ed erbaceo permetterà di restaurare la composizione spaziale del giardino, valorizzando nel tempo le visuali prospettiche sulla città e mitigando l’impatto acustico legato al traffico veicolare di via San Carlo», chiarisce il progettista e direttore dei lavori Marco Ferrari. Inoltre, a conclusione dei restauri «sarà estesa a tutti i giardini del Palazzo la connessione wi-fi già presente nel museo, dando ai visitatori la possibilità di accedere a contenuti digitali che illustreranno (grazie all’inquadratura di un Qr code) le varie specie arboree, tra cui spiccano veri e propri monumenti del verde», aggiunge Almerinda Padricelli, responsabile del progetto. 

Intanto dal 30 ottobre, a conclusione del restauro durato cinque mesi ed eseguito dalla ditta Conservazione e restauro opere tessili di Graziella Palei, è nuovamente visibile nella Sala del Gran Capitano di Palazzo Reale l’arazzo con l’allegoria della Pudicizia, raffigurante «Imene che svela la Castità» (nella foto in alto). Realizzato nel 1766 dalla Real Fabbrica di Napoli su cartone di Francesco De Mura, fa parte della serie «Allegorie delle Virtù», destinata alla camera da letto di Ferdinando IV di Borbone, oggi non più esistente a seguito della demolizione, avvenuta nell’Ottocento, dell’appartamento del Belvedere. 

Un’immagine dell’arazzo con l’allegoria della Pudicizia, raffigurante «Imene che svela la Castità», realizzato nel 1766 dalla Real Fabbrica di Napoli su cartone di Francesco De Mura nuovamente visibile nella Sala del Gran Capitano di Palazzo Reale. Foto © Massimo Velo

Olga Scotto di Vettimo, 12 dicembre 2024 | © Riproduzione riservata

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