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L'«Edicola dei Fantiscritti». Foto Luciano Massari

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L'«Edicola dei Fantiscritti». Foto Luciano Massari

Il restauro dell'Edicola dei Fantiscritti

La scultura del III secolo d.C. torna nel cortile di Palazzo Cybo-Malaspina

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Laura Lombardi

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L’«Edicola dei Fantiscritti», manufatto scultoreo del III secolo d.C. raffigurante Giove con Ercole e Bacco, torna al suo posto, nel cortile rinascimentale di Palazzo Cybo-Malaspina sede dell’Accademia di Belle Arti di Carrara, dove era stata collocata nel 1863.

Testimonianza di arte romana, l’edicola, restaurata da Luana Brocani, docente di Restauro dei Materiali lapidei, insieme agli studenti del suo corso, è anche un documento prezioso su quanti visitarono la cava che porta quel nome e apposero le loro firme sul monumento: tra i molti, Canova, Michelangelo, Giambologna, ma anche viaggiatori del Grand Tour, come il conte Aleksandr Osterman-Tolstoi, emissario dello zar per l’acquisto di opere d’arte, che lasciò la sua firma in caratteri cirillici.

Firme rese perlopiù illeggibili dalla patina scura formata da uno strato superficiale di polvere, di discreto spessore. L’edicola, rimasta per secoli esposta alle intemperie all’interno della cava, era già in cattive condizioni nel XIX secolo. La pulitura è consistita in un impacco di polpa di cellulosa in ammonio carbonato, poi rimosso, per poi procedere al risciacquo della superficie marmorea.

È stata anche rimossa una stuccatura che rendeva illeggibili le iscrizioni, sostituita da un raccordo più idoneo. Oltre alle firme conosciute in quella sorta di «libro dei visitatori», come lo definisce Luciano Massari (che, come direttore dell’Accademia, ha promosso il restauro), ve ne sono altre, la cui identificazione potrebbe restituire un tassello importante per la storia di un luogo che fu fucina secolare di opere d’arte.

L'«Edicola dei Fantiscritti». Foto Luciano Massari

Laura Lombardi, 29 ottobre 2019 | © Riproduzione riservata

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