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«Massgaben» (2013) di Thomas Huber (un particolare)

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«Massgaben» (2013) di Thomas Huber (un particolare)

Il gusto della prospettiva di Huber

Kromya Art Gallery di Lugano festeggia i suoi cinque anni di attività con una personale dell’artista zurighese

Mariella Rossi

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A cinque anni dall’apertura, anche Kromya Art Gallery, fondata nel 2018 da Tecla Riva con Giorgio Ferrarin e Adriano A. Sala, celebra Thomas Huber, uno dei nomi in evidenza nell’arte recente europea. Huber, nato a Zurigo nel 1955, partecipò nel 1984 alla celebre mostra «Von hier aus» a Düsseldorf, curata da Kasper König. «Era stata una delle più importanti mostre nella Germania e nell’Europa degli anni Ottanta», spiega Riva, che aggiunge: «Tra i quasi 70 artisti c’erano Marina Abramović, Joseph Beuys, Anselm Kiefer, Joseph Kosuth e il gruppo con cui Huber aveva condiviso parte del proprio percorso a Düsseldorf in quegli anni: Katharina Fritsch e Thomas Schütte». Questo evento aprì le porte del riconoscimento internazionale per Huber, che dopo aver completato gli studi a Zurigo aveva frequentato la Kunstgewerbeschule di Basilea, il Royal College of Art di Londra e, dal 1980 al 1983, la Staatliche Kunstakademie di Düsseldorf, allievo di Fritz Schwegler.

«Dopo essere stato individuato da König, prosegue Riva, Huber ha esposto in istituzioni e musei di tutto il mondo e la sua carriera, anche negli ultimi anni, ha ottenuto riconoscimenti importanti, come la monografica al Kunstmuseum Bonn del 2016. Quest’anno, inoltre, il suo progetto ha riscosso grande interesse nella sezione Art Unlimited di Art Basel». La mostra, visitabile fino al 9 dicembre, s’intitola «On Perspective» e presenta venti opere dal 2012 al 2020, tra cui dipinti a olio e acquerelli. «È tutto un gioco di percezione e di prospettiva», afferma Riva spiegando che i lavori scelti precedono l’ultima fase artistica che Huber ha iniziato nel 2020 dedicandosi al paesaggio.

Nelle opere esposte l’architettura svolge un ruolo centrale. Il percorso si apre con la grande opera manifesto, «Besucherandrang», della serie «Am Horizont» del 2015, nella quale la medesima sezione architettonica è ripetuta tre volte, mai uguale a se stessa. Anche l’atelier dell’artista ricorre nelle sue opere, da punti di vista sempre nuovi. Spesso Huber introduce un quadro nel quadro: «Mi chiedo sempre quale sia il luogo ideale per esporre le mie opere, scrive Thomas Huber, e ogni volta arrivo alla conclusione che non debba necessariamente essere uno spazio espositivo, che le opere possono esprimersi al meglio nel loro elemento naturale, ossia all’interno di un dipinto». Ne è un esempio «Massgaben» (2013), che raffigura una stanza piena di quadri.

La mostra di Kromya Art Gallery, contemporanea alla mostra al Masi Lugano, è realizzata in collaborazione con Ditesheim & Maffei Fine Art di Neuchâtel. Tecla Riva anticipa così la prossima mostra: «Tra gli obiettivi della galleria c’è anche la scoperta e la promozione di artisti emergenti, attraverso una continua attività di scouting. È il caso di Pietro Terzini, protagonista di una mostra personale curata da Chiara Canali in galleria dal 14 dicembre». Kromya ha sede a Lugano in un palazzo di inizio ’900 adiacente al parco di Villa Saroli e nel 2020 ha aperto una seconda sede a Verona.

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Mariella Rossi, 09 novembre 2023 | © Riproduzione riservata

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