Elena Correggia
Leggi i suoi articoliDa Milano a New York, passando per Venezia, l’Emilia-Romagna, Roma, Napoli, Parigi e Londra. L’asta di fotografia in programma da Finarte, a Milano, il 15 ottobre, propone un interessante sezione organizzata idealmente per area geografica, sulla base del luogo immortalato dai diversi autori. Si parte quindi da Milano, colta fra gli altri da Gabriele Basilico che nei suoi «Ritratti di fabbriche» in bianco e nero rende la periferia protagonista conferendo solennità e imponenza ad architetture industriali, nella totale assenza dell’uomo (quattro lotti con stima da 1.500 a 2.500 euro l’uno). Si passa alla Venezia di acqua e di terra di Fulvio Roiter e Gianni Berengo Gardin (di quest’ultimo si segnala in particolare «Venezia», degli anni 1960, con stima tra 800 e 1.200 euro, dove i giochi geometrici di un pavimento musivo sono colti dall’alto), per passare all’Emilia Romagna con le atmosfere metafisiche di Franco Fontana e i luoghi della memoria di Luigi Ghirri. Di quest’ultimo in particolare il portfolio «Comune di Modena», del 1975/80, risulta molto raro da trovare nella completezza delle sue quattro stampe cromogeniche vintage in cartelletta originale (8-10mila). Dalla Roma di Mario De Biasi alle Marche di Mario Giacomelli si arriva poi alla Sicilia di Enzo Sellerio e Ferdinando Scianna, per approdare a Napoli, eternata dall’obiettivo di Mimmo Jodice. A spiccare qui è soprattutto il polittico delle sculture degli «Atleti di Villa dei papiri», del 1986, che sembrano prendere vita e danzare, ritratti da una molteplicità di punti di vista e amplificati da sapienti giochi di luci e ombre (12-18mila).
Dall’Italia si va in Francia con gli scatti, fra gli altri, di Jacques-Henri Lartigue e le sue dame con l’ombrellino sulla spiaggia («Beach, Villerville», 1902, valutata 1.500-2.500) e gli scorci di vita di Cartier-Bresson per raggiungere Londra con l’umorismo de «La dolce vita» di Thurston Hopkins (2.800-3.500), fino ad arrivare a Praga, con uno dei primi scatti di Franco Fontana, ovvero la ripresa dall’alto della città, del 1967 (1.800-2.500). Il viaggio prosegue negli Stati Uniti in una molteplicità di sguardi, da quelli degli italiani Olivo Barbieri, Riccardo Moncalvo e Maurizio Galimberti fino agli americani fra cui William Klein e Berenice Abbott. Di quest’ultima è proposta una veduta urbana di New York con le sue insegne, del 1947, (2.500-3.500) che fa da cerniera fra la sezione geografica del catalogo e una seconda, incentrata sulle donne fotografe del Novecento. In essa si ritrovano importanti e celebri autoritratti, come quello con travestimento di Cindy Sherman in «Untitled #119» (25-35mila) e quello poetico e simbolico di Francesca Woodman, «Untitled», (4-6mila), mentre Shirin Neshat in «Game of desire», porta un messaggio sociale di denuncia di un mondo maschilista (7-10mila). Sperimentazione e concettualismo sono gli ingredienti che contraddistingono infine l’uso della tecnica fotografica da parte di artisti come Mike Kelley, di cui è proposta una serie di sei stampe vintage del 1994 (25-30mila) e Hans Bellmer con un dittico, «Senza titolo», dalla serie «Les Jeux de la Poupée», del 1935-37, opera unica, in origine proveniente dalla collezione di Berry Friedman (12-18mila).
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