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Il genio del Parmigianino in 65 fogli

Luana De Micco

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Con i suoi 180 disegni originali (a cui si aggiungono circa 150 tra copie e imitazioni), alcuni provenienti dalle collezioni reali, altri acquisiti tramite donazioni, il Louvre possiede il fondo di studi del Parmigianino (il cui vero nome era Francesco Mazzola) più ricco al mondo.
Sessantacinque di questi capolavori sono ora esposti dal museo parigino nella mostra «Parmigianino, 1503-1540. I disegni del genio del Manierismo», aperta dal 17 dicembre al 15 febbraio.
«Parmigianino ha disegnato molto. Si contano oggi un migliaio di disegni, sparsi in diverse collezioni private e pubbliche», spiega Roberta Serra, documentalista scientifica presso il Dipartimento di Arti grafiche del museo, coautrice del catalogo della mostra. Quelli del Louvre «permettono di seguire tutta la carriera dell’artista. Dalle sue opere di gioventù, a Parma, sotto lo sguardo degli zii, i pittori Pier Ilario e Michele Mazzola, e del suo maestro Correggio, fino alla conferma del suo talento, dapprima a Roma, poi a Bologna, fino al ritorno nella sua città natale, Parma. Disegnatore febbrile, Parmigianino schizzò le sue opere con diligenza su una moltitudine di fogli, sperimentando tutte le teniche di cui disponeva all’epoca».
Sono esposti, tra gli altri, «Il ratto di Europa», ispirato alle Metamorfosi di Ovidio, realizzato a sanguigna tra il 1522 e il 1524; lo studio di «Cavaliere visto di spalle su un cavallo che s’impenna», anch’esso a sanguigna, che presenta i tratti tipici degli anni di gioventù; e lo studio preparatorio per la «Sacra Famiglia con gli angeli», conservato al Prado di Madrid, che presenta sul retro uno schizzo di due putti in posizioni improbabili, preparatorio all’affresco di una cappella della chiesa di San Giovanni Evangelista a Parma.

Luana De Micco, 10 dicembre 2015 | © Riproduzione riservata

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