Nel 1543 il fiammingo Andreas van Wesel, noto anche come Andrea Vesalius o Andrea Vesalio, considerato il fondatore dell’anatomia moderna, pubblicò a Venezia il primo libro di anatomia della storia, De humani corporis fabrica libri septem. L’opera, che conteneva una ricchissima serie di illustrazioni e disegni del corpo umano, fu assai apprezzata dall’imperatore Carlo V d’Asburgo, di cui Vesalio diventò medico di corte.
Ma divenne presto anche popolarissima e prezioso strumento di studio sia per gli scienziati e i medici che per gli artisti del pieno Rinascimento. Anche se l’anatomia, attraverso le dissezioni dei cadaveri, era già da tempo oggetto di studio dei geni del primo Rinascimento come Leonardo e Michelangelo e aspetto fondamentale della formazione degli artisti che intendevano rendere con fedeltà alla natura la figura umana.
Ora questo rapporto strettissimo tra scienza e arte è l’oggetto della mostra «Flesh and Bones: The Art of Anatomy» che il Getty Museum presenta sino al 10 luglio. L’esposizione esplora il tema attraverso i secoli, dal Cinquecento e il tardo Rinascimento ai nostri giorni; mentre in contemporanea alla mostra, con lo stesso titolo viene anche pubblicato dal Getty Research Institute a firma di Monique Kornell un volume corredato di 150 immagini.
Attraverso illustrazioni di reali dimensioni e installazioni che si avvalgono dell’impiego di proiezioni video e sculture tridimensionali e dell’uso di un’ampia varietà di media, la struttura anatomica dell’uomo svela così in questa mostra tutti i suoi segreti.
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